Recensione – Strangers in Paradise di Terry Moore

STRANGERS IN PARADISE

A cura di Giorgia-bi

Edizione americana
TITOLO: Strangers in Paradise
AUTORE: Terry Moore
CASE EDITRICI: Antarctic Press (vol. I #1-3), Abstract Studios (vol. II #1-14), Homage – Wildstorm (vol III #1-8), Abstract Studios (vol. III .#9-90)
NUMERO VOLUMI: 107 (serie conclusa)
PREMI: SiP ha vinto il prestigioso Eisner Awards nel 1996, il Premio Ruben della National Cartoonists Society come Miglior Libro nel 1997 e il Premio GLAAD nel 2001.

Edizione italiana
Casa editrice: BAO Publishing
Numero di volumi: 6, completo
Colore o B/N: Bianco e nero
Pubblicato a partire da: 07/03/2014
Disponibile in digitale: Sì
Edizione: Regular
Formato e rilegatura: Brossurato 16 x 24
Genere: Amore e altre catastrofi
Pagine: 344.

Nota: Bao Publishing pubblica, ad Aprile 2019, il volume autoconclusivo: Strangers in Paradise, 25 anni dopo.

Precedenti edizioni: Castelvecchi (vol. 1-3), Macchia nera (vol. 4-8), Lexy (vol. 9-12). Nel 2005 la casa editrice Freebooks ha rilevato i diritti in esclusiva sulla collana e ne ha ripreso la pubblicazione dall’inizio in due versioni, cartonata e tascabile, in 24 uscite complessive (serie conclusa) per la versione cartonata e 26 tascabile. Queste edizioni, comunque, sono out of print e di difficile reperibilità.

Storia
Katchoo e Francine hanno 26 anni, si conoscono dai tempi delle scuole medie e vivono sotto lo stesso tetto, condividendo aspetti più o meno banali delle rispettive quotidianità. La bella Katchoo è un’artista, prende la vita alla giornata e sembra possedere un’immensa forza interiore. Francine è una giovane donna un po’ goffa e affamata d’amore, ma all’occorrenza anche di cosciotti di tacchino farciti, frappé, fegato e tacos.

Francine ha una relazione con Freddie, un burocrate piuttosto arido ma fondamentalmente inoffensivo, il quale non riesce proprio ad accettare che la propria donna gli si neghi a letto con il pretesto di ‘non volerlo perdere’. Un mattino, dopo una discussione più accesa del solito, Freddie se ne va di casa sbattendo la porta e gettando Francine nel panico.
Katchoo sarebbe ben propensa a privare il tizio dei suoi attributi, ma cerca di limitarsi a consolare la sua amica: come può perdere tempo appresso a quell’idiota una ragazza così dolce, così bella, così amabile… un momento, non sarà anche lei innamorata della formosa Francine?

È difficile imbrigliare il rapporto tra le due ragazze in una definizione univoca: forse Katchoo ama Francine, forse Francine ne è lusingata, forse sono semplicemente l’una per l’altra ciò che il resto del mondo chiama ‘casa’ o ‘famiglia’… ciò che conta è che Francine sta soffrendo, che pur di riconquistare l’amato è disposta a irrompere nel suo ufficio in
déshabillés, che una volta scoperto il verme nel flagrante atto di tradirla si offre persino di perdonarlo. Katchoo non riesce proprio ad accettare tutto questo, e per distrarsi anche solo per un attimo si reca a un’esposizione. Qui viene avvicinata da un ragazzo, che in quanto esponente del genere maschile non può esimersi dal disturbarla cercando di offrirle un caffè. Il malcapitato viene ricompensato con una sfilza di improperi, eppure… eppure questo David riesce in qualche modo a scavalcare le barriere che Katchoo si è innalzata attorno, e a entrare a piccoli passi nel suo mondo. Sarà proprio lui ad aiutarla quando Francine, stravolta e completamente nuda, si schianterà con la propria macchina davanti a casa, perdendo conoscenza dopo aver mormorato il nome di Freddie. FREDDIE???

Una volta affilate le proprie armi, Katchoo si lancia a vendicare l’amica. Freddie sta per passare gli attimi più brutti della propria vita! Rientrato a casa in compagnia di una squillo, il poveretto si trova davanti a una furia scatenata, dotata del necessario per ridurlo a un eunuco. A nulla valgono i suoi tentativi di spiegazione: pare che Francine si fosse denudata in pubblico per invitarlo a tornare da lei, e che vedendosi rifiutata si fosse fiondata in auto sgommando via a tutta velocità. Ma a che servono i dettagli? Quell’uomo ha rovinato la vita della sua migliore amica, e nulla potrà trattenere Katchoo dal somministrargli una giusta punizione.

Peccato che Freddie non abbia il senso dell’umorismo, e che ben presto le forze dell’ordine busseranno alla porta di Katchoo per trascinarla in gattabuia. Capi d’imputazione: violazione di domicilio, violenza privata, estorsione di persona… Freddie pensa così di aver ristabilito l’equilibrio, ma non ha fatto i conti con Francine. La ragazza non lascerebbe mai marcire in galera la propria amica, e con un abile mossa costringerà Freddie a ritirare la denuncia. Tutto è bene quel che finisce bene… ma questo è solo l’inizio di una delle saghe più appassionanti, fantasiose, commoventi ed emozionanti che abbiano visto la luce sul suolo americano.

Considerazioni
Un certo Daniel Pennac ritiene che “dalla lettura si sprigioni una vitalità, un’energia che dà semplicemente il gusto di vivere, di vivere una avventura diversa dalla nostra vita quotidiana”.

È difficile trovare un’espressione migliore per definire la lettura di Strangers in Paradise. Questo titolo americano, che ha conosciuto il travaglio della produzione indipendente ma ha saputo conquistare il mercato come pochi altri titoli indie sono stati in grado di fare, costituisce in effetti un’esperienza totalizzante, un giro di boa oltre il quale al lettore sarà difficile non guardare al mondo del fumetto con occhi diversi.

Di cosa parla Strangers in Paradise? Nonostante le numerose e intricate sottotrame, si può dire che il tema portante del fumetto sia la ricerca estenuante che ognuno di noi ingaggia nell’arco della propria vita: la ricerca del proprio Posto. Che si tratti di un misero bilocale o di una magnifica villa alle Hawaii, di una famiglia o di un gruppo di amici, i personaggi di questo romance sono alla ricerca di una dimensione in cui dare un senso alla propria esistenza.
Le due amiche Katchoo e Francine costituiscono il perno della narrazione, e rappresentano inizialmente i due poli opposti dell’essere donna a cavallo degli anni ’90: da una parte abbiamo l’artista sofferta e combattiva, dal passato torbido e dal futuro incerto, dall’altro troviamo la ragazzotta di buon cuore e di pochi talenti proiettata verso le gratificazioni della vita matrimoniale, il prodotto stereotipato della classe WASP americana. La convivenza tra due personalità tanto diverse non può che essere burrascosa, ma al di là delle singole divergenze le due amiche sono unite da un affetto profondo.
Se si considera che il fumetto è stato dato alle stampe nel lontano 1993, ci si rende immediatamente conto del coraggio che Moore ha messo in campo per inserire all’interno di questa cornice un tema forte come quello dell’omosessualità.

Sì, perché la bella Katchoo sembra non fare mistero dell’affetto più che platonico che nutre per la propria amica; proseguendo con la lettura, tuttavia, ci si rende ben presto conto del fatto che tutte le esternazioni di Katchoo hanno diverse chiavi di lettura.
L’ingresso in scena del personaggio di David Qin, un ragazzo che ha il coraggio e l’impudenza di porsi al fianco di Katchoo malgrado le sue iniziali resistenze, è destinato a stravolgere gli equilibri preesistenti. Inizialmente goffo nella sua tenerezza, David maturerà nel corso degli episodi fino a diventare un ritratto maschile di grande levatura, un uomo capace di un amore sconfinato, di una devozione totale. Tanto quanto i drammi di Katchoo sono svelati poco a poco, ma in qualche misura prevedibili, così il drammatico passato di David coglie impreparati, confonde, conquista.

Il primo volume di Strangers – che costituisce la prima serie, compiuta e autoconclusiva – è forse il meno profondo e appassionante del ciclo, in quanto si limita a presentare i personaggi principali calcando sull’acceleratore del farsesco. Lo stesso personaggio di Freddie, che qui si limita a essere il compagno gretto e superficiale di Francine, diventerà in seguito il manifesto di quella categoria di uomini fondamentalmente di buon cuore condannati dalla propria pochezza all’incapacità di comprendere e soddisfare le mille sfumature dell’animo e del desiderio femminile.

A partire dal secondo volume l’intero apparato acquisisce spessore, giocando con i piani temporali e con i linguaggi narrativi. Flashback e flashforward lasciano continuamente a bocca aperta il lettore, svelando squarci di passato e facendo capolino nel futuro. Moore esplora territori che sembrano avere poco da spartire con il ‘fumetto’ concepito in senso tradizionale: sostenuti dall’impalcatura di un tratto tradizionale, sentimenti e pensieri cavalcano le onde di poesie e di canzoni riportate con tanto di accordi (l’autore ha espresso il proprio rammarico per non poter allegare un cd a ogni uscita), alcune pagine sono impostate in modo da sembrare ‘strappate’ da un libro, i quadri di Katchoo fungono talvolta da mezzo di comunicazione molto più efficace delle sue ambigue parole, e i suoi sogni sembrano rubati all’immaginario disneyano/burtoniano. Sembra quasi che ciò che questi indimenticabili personaggi provano, pensano e sentono abbia bisogno di essere espresso in tutti i linguaggi possibili, di essere decantato con ogni mezzo per parlare direttamente al cuore del lettore.
Un ulteriore merito di Moore è senza dubbio quello di rivisitare alcuni luoghi comuni e alcuni topos cari all’immaginario americano: l’autore si cimenta con il genere giallo e con il poliziesco, dipinge l’affresco di un universo malavitoso che pur nella sua originalità richiama gli eccessi di una certa produzione televisiva degli anni ’80, prende in giro le fissazioni estetiche degli anni ’90, cita ‘Batman’ e ‘Xena la guerriera’, e in mille altre situazioni gioca sul filo del ‘già visto’ con intelligenza e stile.

Strangers in Paradise è un romance, un thriller, un romanzo di formazione, una commedia esilarante e un dramma straziante. Al di là dei meriti stilistici e contenutistici (ampiamente riconosciuti dal meritato Eisner Award del ’96) siamo davanti a un racconto che non abbandona il lettore nel momento della chiusura dell’albo, ma che gli rimane dentro, incitandolo a cercarsi il proprio angolo di Paradiso, portandolo a chiedersi dove siano il proprio David, la propria Katchoo.

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