Recensione Manga – La leggenda di Hikari (Hikari no Densetsu) aka Hilary di Izumi Asou

A cura di Emy (review e grafica) e Iaia (personaggi)

Titolo originale: Hikari no Densetsu
Tradotto: La leggenda di Hikari
Autrice: ASOU Izumi
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::  
Casa Editrice: Shueisha (Margaret Comics)
Numero di volumi: 16, concluso
Anni di pubblicazione: 1986-1988
Rivista di serializzazione: Margaret
Seconda edizione: 2000, 8 volumi

:: Il manga in Italia ::
Titolo: La leggenda di Hikari
Casa Editrice: Star Comics
Numero di volumi: 16, concluso
Pubblicato a partire da: Maggio 2003, mensile
Lettura all’orientale, collana Starlight
Prezzo: 3.10 Euro.

:: Anime & Goods ::
Da questo fumetto nel 1986 è stata tratta un’omonima serie animata per la Tatsunoko. La serie conta 19 episodi ed è stata trasmessa anche nel nostro paese con il titolo “Hilary”. Dal momento che la serie è terminata prima che il manga raggiungesse la sua fine, l’episodio finale dell’anime non rispecchia il finale del manga, anzi diverge e purtroppo mette in discussione il senso della serie cartacea. In Giappone sono usciti anche il 45 giri della sigla originale e il CD con la BGM e la sigla originali dell’anime. Inoltre segnaliamo Il romanzo pubblicato dalla Shueisha nel 1986 (collana Cobalt).

Personaggi

*Tra parentesi: i nomi dei personaggi nell’edizione italiana dell’anime*

Hikari Kamijo (Hilary Kamiji) ha 14 anni e un sogno: diventare una grande atleta di ginnastica ritmica. Un anno prima si era fatta notare alla Genesis Cup (un incontro internazionale) poiché era stata l’unica, tra giuria e pubblico, a notare un difetto nell’esecuzione della ginnasta bulgara Diana Grozdeva, considerata la regina della ginnastica ritmica. Per realizzare il suo sogno di atleta, Hikari si iscrive all’Istituto di scuole medie e superiori Aiko, che ha un attivo club di ginnastica ritmica. Frequenta il secondo anno delle medie e, nonostante la sua giovane età, riesce a farsi selezionare per la squadra della scuola che parteciperà al torneo interscolastico. È un’importante occasione per essere notati dalla J.G.A. (Japan Gymnastic Association) che sta cercando atlete da portare alle Olimpiadi.

Hazuki Shina (Debbie Shina) ha 15 anni e frequenta il terzo anno dell’Istituto Aiko. È la migliore atleta del club di ginnastica ritmica ed è la favorita della scuola al torneo delle scuole medie. Ha anche partecipato agli allenamenti speciali della J.G.A. In passato ha studiato danza classica e questo accresce la sua grazia e la perfezione delle sue esecuzioni. La prima volta in cui vede Hikari esibirsi sulla pedana, alle selezioni per il torneo, la riconosce come possibile rivale. Gira voce che Shina sia fidanzata con Takaaki Ooishi, la promettente stella della ginnastica artistica maschile dell’Istituto Aiko. Di certo, con lui ha condiviso molti degli eventi sportivi che li hanno visti protagonisti nella loro carriera di atleti.

Takaaki Ooishi (Willy) ha 15 anni e anche lui frequenta il terzo anno dell’Istituto Aiko. Atleta di ginnastica artistica maschile, è dotato di un’abilità eccezionale, senza pari tra gli altri atleti suoi coetanei. Scopre l’enorme potenziale di Hikari sorprendendola mentre prova un complesso passaggio con il nastro e, colpito dalla naturalezza dei suoi movimenti, intercede per lei presso il corpo insegnante al momento in cui vengono scelte le atlete per il torneo delle scuole medie. È certo che Hikari, con il giusto allenamento, possa diventare un’atleta persino migliore di Shina e, per dimostrarlo, ottiene dall’insegnante di diventarne l’allenatore quando la ragazza è scelta per partecipare al torneo.

*Attenzione: i personaggi seguenti s’incontrano a partire dal secondo numero. Ho evidenziato il volume in cui appaiono per la prima volta perché alcune loro caratteristiche potrebbero rivelare particolari della storia. Chi non ama le anticipazioni è avvisato!*

Dal 2° numero
Maria Lenova (Maria Renova) ha 14 anni ed è la più promettente ginnasta bulgara, considerata colei che ruberà lo scettro alla regina della ginnastica ritmica Diana Grozdeva. Arriva in Giappone per partecipare alla Queen’s Cup: l’atleta che vuole sfidare è proprio Hikari, di cui ha sentito parlare dalla stessa Diana. Poiché Hikari non è stata scelta per l’esibizione e, dunque, non potrà confrontarsi con lei in pedana, Maria la raggiunge sul luogo degli allenamenti e la coinvolge in una sfida, purtroppo interrotta da Diana prima che Hikari possa esibirsi. Lei ha però modo di notare le straordinarie capacità atletiche di Maria: l’eccezionale elasticità, la potenza, la classe e la maturità della sua esibizione ne fanno la rivale più temibile.

Dal 4° numero
Mao Natsukawa (Federico) è il giovane pianista di un gruppo che suona hard rock nei locali notturni dalla città. Improvvisamente, e senza un motivo apparente, prende a seguire gli allenamenti della squadra di Hikari. Il suo intento però viene presto chiarito quando avvicina Hikari e la rimprovera per le sue scelte in fatto di accompagnamento musicale: non solo è convinto di sapere perfettamente quale sia la musica più adatta a far emergere il suo grande potenziale, ma ha anche composto un pezzo inedito ispirato a lei. Hikari, dopo un primo titubante approccio, decide di provare e viene conquistata dalla sua musica suonata dal vivo, che sembra aiutarla a tirar fuori una grazia ancora nascosta in lei.

Dal 7° numero
Keisuke Togashi è un ex atleta di ginnastica artistica maschile che in passato è stato anche candidato alle Olimpiadi. La Federazione lo ha nominato allenatore di Hikari dopo che lei ha ottenuto il secondo posto in Bulgaria, al campionato juniores internazionale (a pari merito con Maria Lenova). Lui, a causa di un pesante segreto nascosto nel suo passato, non ha intenzione di assumere l’incarico e fa trascorrere circa quattro mesi senza presentarsi. Durante questo periodo Takaaki Ooishi si reca periodicamente a casa sua cercando di convincerlo, persuaso che sia l’unico allenatore in grado di far emergere e raffinare il talento di Hikari. Al campionato delle scuole medie, finalmente, Keisuke appare tra gli spalti. Sarà venuto per osservare la sua futura allieva?

Mizuki Amamiya è una ragazza alta, snella e spigliatissima che balla in un gruppo di scatenati artisti di strada in un concerto all’aperto dove suona e canta Mao. Nonostante sembri molto matura, in realtà frequenta ancora la seconda media. Hikari rimane molto colpita dalla sua danza senza stile ma carica di energia, e ancora di più dai suoi atteggiamenti sfacciati nei confronti di Mao. Che sorpresa quando, al campionato delle medie, se la ritrova come rivale, a ballare sulla sua stessa musica, per di più suonata da Mao! E Mizuki non solo vuole contenderle l’amico musicista, ma anche l’allenatore Keisuke Togashi, che un tempo aveva allenato la sorella, ora costretta sulla sedia a rotelle.

Storia

Volume primo

Una ginnasta porta a termine il suo esercizio, meravigliosamente: Diana Grozdeva a ragione viene definita la “regina” della ginnastica ritmica. E il punteggio non può che essere il più alto possibile. Ma qualcuno, tra il pubblico, non sembra d’accordo con la giuria: una ragazzina sostiene con foga che l’atleta ha commesso un’imprecisione! Inutilmente si cerca di zittirla: la ragazzina viene portata al cospetto della Grozdeva in persona, che -incredibile a dirsi- ammette di aver fatto un errore! Non solo: ritenendo che solo una grande ginnasta poteva accorgersi del suo errore, invita l’indisponente ragazza nel suo paese, la Bulgaria, affinché possa affinare le tecniche di questo sport.
Un anno dopo: una nuova studentessa a nome Hikari Kamijo fa il suo ingresso alle medie dell’istituto Aiko… brucia di passione per la ginnastica ritmica, ed è felice di potersi iscrivere al club della scuola. Hikari è proprio la ragazzina che un anno prima aveva contestato l’errore alla Grozdeva: da allora si è allenata da sola per fare progressi in questo sport, ma d’ora in avanti potrà fare parte di un vero club di ginnastica ritmica, in cui -per giunta- brilla già per la sua bravura Hazuki Shina. Il primo ad accorgersi delle qualità ginniche di Hikari è Takaaki Oohishi, che da subito si dichiara suo fan.
L’indomani si scelgono le atlete per il torneo delle medie: nonostante la primissima prova di Hikari sia stata deludente, l’intervento di Takaaki in suo favore fa in modo che anche la giovane “promessa”, così come Takaaki la definisce, sia scelta tra le partecipanti. Questo causa l’invidia e il malumore delle sue compagne, anche perché Oohishi -miglior ginnasta della scuola- ha promesso che sarà l’allenatore personale della ragazza! Hikari fa del suo meglio, costantemente incoraggiata dal suo “coach”, e già i suoi progressi preoccupano Hazuki Shina, la quale promette a se stessa che qualsiasi cosa accada non si farà mai superare da lei.
Arriva il giorno del torneo: l’esercizio con la palla vede al primo posto Shina con 9.70. Hikari, dopo la sua prova, totalizza 9.65 e diventa così la migliore dopo Shina, surclassando la senpai Mita che già si sentiva al secondo posto. Purtroppo, quando viene il momento di gareggiare col nastro, Hikari si accorge che il suo attrezzo è stato manomesso (forse da Mita), e riesce a ripararlo alla buona grazie a Shina, che le presta ago e filo. Hikari riesce a portare a termine la prova anche se il nastro, così riparato, è molto difficile da gestire… nonostante ciò, la ragazza ottiene comunque il secondo posto, sbaragliando Mita!
La ragazza deve ora prepararsi per il torneo nazionale, ma, notando che Takaaki e Hazuki sono molto vicini -e nella scuola si vocifera siano fidanzati- è sempre distratta e incostante negli allenamenti, tanto da guadagnarsi i rimproveri di Mita. La stessa Hazuki, presala da parte, la invita a concentrarsi: insieme, potranno stimolarsi per raggiungere livelli sempre più alti! Hikari, di ritorno a casa, si imbatte in Takaaki, appisolatosi in palestra: gli copre il torso nudo con una maglia, appoggiando la testa sulle sue spalle. Lui si sveglia e, accortosi della sua presenza, la incoraggia a mostrargli il meglio di lei durante il torneo. L’indomani Hikari è in forma: ha compreso di essersi innamorata di Takaaki e, anche se non potrà mai competere con Shina, comunque non rinnegherà questo sentimento.
Durante il ritiro estivo per l’allenamento in vista del torneo, Hikari trova Takaaki e Hazuki da soli, a una festa presso il tempio del luogo: colpita dalla loro intimità, si allontana per tornare ad allenarsi. A osservarla, di nascosto, è lo stesso Takaaki che confida a Chachamaru, il cane di Hikari, di essere innamorato di lei ma di avere tutta l’intenzione di tacere per non distrarla dagli allenamenti: questo è un momento molto delicato per lei.
Arriva il giorno del torneo nazionale: Hikari, in splendida forma, conquista il primo posto dopo la prova col nastro. Chi è giù di morale invece è Shina, che per questo chiede esplicitamente conforto a Takaaki: Hikari li vede insieme ed equivoca, ma, nonostante questo, dopo che Shina porta a termine una prova col nastro di gran lunga inferiore alle aspettative, è lei stessa a incoraggiare la rivale, manifestandole la sua stima e il suo rispetto come atleta. Le sue parole hanno effetto: nella prova con la palla, Hazuki dà prova della sua classe, interpretando un motivo al violoncello, il “cigno” di Saint-Saens. Ora è il turno di Hikari la quale, nonostante Hazuki e l’allenatrice della scuola lo sconsiglino, decide di tentare il tutto per tutto, azzardando un complicato esercizio che ancora non padroneggia completamente… che cosa accadrà?

Considerazioni
Hikari no Densetsu (“Hikari” significa “luce”, infatti il titolo è a volte riportato come “Leggenda di luce”) è, nel complesso, un manga sorprendente, nonostante non si possa considerare un titolo fondamentale ai fini della storia del fumetto giapponese in generale o degli shoujo manga in particolare. Sorprendente per la grafica: nei primi volumi il tratto è ancora acerbo, eppure già lascia intuire le sue splendide potenzialità, visibili soprattutto nella grande scioltezza con cui la Asou ritrae le ginnaste in gara. Ma in tempi brevissimi (ricordiamoci che la Asou ne pubblicò, all’epoca, un volume ogni due mesi!) ecco che la grafica diventa meravigliosa, e meritevole di attenzione soprattutto per un (buon) motivo:  la riflessione prospettica del corpo nello spazio.

Il discorso prospettico la fa sempre da padrone nelle tavole della Asou, le anatomie sono perfettamente inserite nello spazio, sono vive, reali, tangibili: tutto ciò rende i suoi lavori particolari, interessanti. Da considerare infine come il suo tratto, che si nutre di una linea chiara, sottile e pulitissima, risulti fortemente anticipatore degli anni ’90: non solo le tavole dei suoi lavori più maturi non sfigurano di fronte alle opere di shoujo mangaka appartenenti al decennio successivo, ma un personaggio, per esempio, come Mao, diventa nel corso dei volumi quasi un Rei Kashino (protagonista di Mars) ante-litteram!

Veniamo adesso al discorso sulla narrazione: a volte nei lavori della Asou emergono cliché piuttosto ritriti -come il triangolo amoroso- che, quando non trattati con la dovuta autenticità, finiscono col “raffreddare” il tutto e rendono le sue opere, pur sempre interessanti per la grafica, “only for fans”. Non è però il caso di Hikari no densetsu: la freschezza della storia e dei personaggi conferisce un alto livello di leggibilità, che rende quest’opera apprezzabilissima non solo da parte degli estimatori degli shoujo manga. Difficile eguagliare l’ottima caratterizzazione psicologica dei personaggi, tutti delineati a perfezione e a perfezione resi nel loro realismo. Il dubbio, la paura, il dolore e l’illusione di Hikari (che davvero crede -per quasi tutta la storia- di aver trovato in Takaaki l’anima gemella) sono proprio come quelli provati da una persona qualsiasi. La rabbia e la passionalità di Mao, invece, sono così credibili da far dubitare di trovarsi di fronte a un personaggio su cui l’autrice possa esercitare un qualche controllo! Infine la grande maturità di Hazuki Shiina (eccezionale per la sua umanità, che la rendono l’eterna rivale/ideale) e un personaggio forse antipatico ma senza dubbio credibilissimo come Takaaki, completano il poker dei protagonisti.

Hikari no Densetsu sembra perciò nato per dare del filo da torcere ai detrattori degli shoujo -e dei manga in genere! Non solo infatti lascia stupiti per l’invidiabile padronanza che l’autrice dimostra nel gestire anatomia e ricerca prospettica, ma anche per il registro realistico che anima la sua serie sportiva più famosa. In Hikari non troviamo (ovviamente) i colpi speciali e gli effetti impossibili, tipici dei (mitici) manga sportivi degli anni ’70, ma solo la fatica reale, la battaglia quotidiana per conquistare un altro piccolo passo che porti a superare i propri limiti: una sfida con se stessi, prima che col pubblico. L’autrice ha portato a termine un gran lavoro di documentazione sulla ginnastica ritmica: la fedeltà con cui ne riporta tutti i passaggi è sbalorditiva (ma non per questo è esente qualche voluta imprecisione). E ha fatto un lavoro anche migliore per quel che riguarda la psicologia, le emozioni dei personaggi, che sono quanto di più realistico e meno artificioso si possa trovare tra le pagine di un fumetto. Il finale, comunque, è da antologia perché mette il punto su una questione fondamentale: la felicità non dipende da un amore impossibile e fittizio, ma dalla soddisfazione quotidiana e reale che impegna il nostro cuore e le nostre forze verso una meta possibile e gratificante.
Tirando le somme: non un capolavoro dei manga o degli shoujo manga, ma una serie con un messaggio positivo e sempre universale, il che la rende un’opera da segnalare e raccomandare caldamente!

Differenze manga/anime
L’anime di Hikari no Densetsu (in Italia noto come Hilary) presenta differenze notevoli rispetto al manga. Anzitutto: il finale. Quando partì la serializzazione del manga su “Margaret”, poco dopo iniziò in Giappone la trasmissione degli episodi dell’anime… questo ha costretto gli animatori e gli sceneggiatori a delle scelte obbligate, cioè decidere la piega degli eventi in relazione al finale, nonché stabilire un determinato ritmo narrativo. Naturalmente, il finale dell’anime non poteva in nessun modo anticipare quello del manga, che si sarebbe concluso ben due anni dopo la trasmissione dell’ultima puntata dell’anime! Perciò gli sceneggiatori hanno optato per un finale aperto che lascia -onestamente- un po’ a bocca asciutta, con delle descrizioni sommarie e sbrigative del destino che attende i personaggi e che poco appagano le aspettative costruite nel corso della serie. Le psicologie dei protagonisti sono abbastanza rispettate nella serie animata, che però introduce fin dall’inizio il personaggio di Mao/Federico, mentre nei primi volumi del manga è assente, e viene introdotto solo in un secondo momento… Che sia questo il motivo per cui, mentre gli altri personaggi sono graficamente simili alle loro versioni cartacee, Mao è invece molto diverso (capelli scuri e corti nell’anime e lunghi e chiari nel manga)?
A parte questo, nell’anime il ritmo narrativo è più lento: a volte ci sono lunghissimi inserti di scene di vita quotidiana, che spezzano la narrazione e la rendono meno serrata, ma d’altro canto ne rinforzano in tal modo il tono semi-realistico.
La grafica nell’anime cerca di imitare il bel tratto della Asou, riuscendovi solo in parte e comunque offrendo un prodotto che, se da un lato è senz’altro superiore alla media, dall’altro soffre di una certa discontinuità qualitativa: basti confrontare il terzo episodio (“Willy ti voglio bene”) col quarto (“Mal d’amore”) o col quindicesimo (lo splendido “Le due rivali”… consiglio a tutti di vederlo!)… sembrano appartenere a due serie diverse! Ciò non toglie che sia da rimarcare il coraggio dimostrato dagli animatori nell’affrontare e risolvere tutti i problemi relativi ai movimenti della ginnastica ritmica… il movimento: questo il punto di forza di ogni buon anime. Ecco perciò che questa serie animata offre delle sequenze bellissime in proposito, che sorprendono per la fluidità e la naturalezza dei movimenti delle ginnaste in gara e in allenamento. A volte impreziosiscono il tutto alcune perline registiche: nell’ultimo episodio Hikari compie un salto frontale, che scavalca la telecamera che in quel momento la stava inquadrando!
Concludendo: tra i due prodotti, il manga è quello migliore, ma l’anime si difende benissimo, ed è perciò apprezzabile non solo dagli estimatori del genere sportivo, essendo una serie ben animata e ben raccontata.

Gallery

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