Recensione Manga – Jammin’ Apollon (Sakamichi no Apollon) di Yūki Kodama

A cura di Giorgia-bi (review), Livio (logo) ed Emy (grafica)

Titolo: Sakamichi no Apollon
Autrice: KODAMA Yūki
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 10 volumi -completo
Anno di pubblicazione: 2007
Rivista di serializzazione: Flowers

:: Il manga in Italia ::
Titolo italiano: Jammin’ Apollon
Casa editrice: Panini Comics
Numero di volumi: 10 volumi -completo
Pubblicato a partire da: Novembre 2013
Distribuzione: edicola e fumetteria
Prezzo: 4.20 E.

06_new :: Award :: 
Nel 2012 questo manga ha ricevuto il 57° Shougakukan Manga Award, categoria generale.

:: Anime ::
Sulla scia del successo di pubblico e critica ottenuto dal manga, nel 2012 è stato realizzato e trasmesso un adattamento anime diretto da Shinichirō Watanabe. La serie televisiva conta 12 episodi ed è andata in onda sulla rete Fuji TV da aprile e giugno; prodotta dallo studio MAPPA e Tezuka Production, vanta una colonna sonora curata da Yoko Kanno, famosa per aver realizzato le musiche di Macross Plus, Cowboy Bebop, Wolf’s rain e Darker than Black.

:: Il film ::
Titolo internazionale: Kids on the slope
Anno di proiezione in Giappone: 2018
Attori protagonisti: Nakagawa Taishi, Chinen Yuri, Komatsu Nana
Regia: Miki Takahiro
Sceneggiatura: Izumi Takahashi
Durata: 120 minuti

Storia
Manca poco all’inizio dell’estate del 1966 e per l’ennesima volta, nella testa di Kaoru Nishimi, echeggia il suono della campanella di una nuova scuola.
Figlio di un agiato impiegato del settore navale, Kaoru ha trascorso l’infanzia spostandosi continuamente di città in città; solo ora, in occasione dell’inizio delle scuole superiori, è stato deciso il suo trasferimento presso uno zio residente nella regione del Kyushu.
Di trasloco in trasloco, Kaoru ha finito per perdere l’equilibrio e a soffrire di forti nausee da stress; questo problema, unito al suo carattere poco socievole, gli rende difficile entrare in contatto con i coetanei. La sola, vera compagna di Kaoru è la musica classica, che ha iniziato ad amare grazie al pianoforte regalatogli dal padre. Nel Kyushu persino questo conforto gli viene meno, visto che il piano a coda di casa è posto quasi sotto sequestro dalla bisbetica zia e dalla viziata cuginetta.
È inevitabile che, sin dal primo giorno di scuola, Kaoru si senta schiacciato dalla nausea… e sia disposto a tutto per ottenere l’unico rimedio al suo malessere: raggiungere la terrazza, il solo posto che in qualsiasi istituto gli consenta di prendere fiato. Proprio nel tentativo di conquistare le chiavi del suo Eden, Kaoru si imbatte nel peggior elemento della nuova scuola: Sentaro Kawabuchi, assenteista impenitente e noto attaccabrighe.
Il primo incontro tra i due si rivela straniante e bizzarro per entrambi: pur essendo completamente diversi, i ragazzi si rendono presto conto di condividere non solo il senso di oppressione dentro le mura scolastiche, ma anche la passione per la musica (classica per Kaoru, jazz per Sentaro).
A fare da ulteriore ponte tra i loro mondi sarà la graziosa capoclasse Ritsuko Mukae, amica d’infanzia di Sentaro e figlia del gestore di un negozio di dischi nel cui seminterrato ferve un microcosmo musicale che batte a ritmo di jazz. Kaoru si trova suo malgrado affascinato dal caos e dalla passione che scopre scorrere nello swing di Sentaro e inizia a impegnarsi per soddisfare una fantasia di Ritsuko: una jam session con lui. Ha così inizio per Kaoru la prima estate da trascorrere in compagnia, al fianco di un amico strampalato, della ragazza dei suoi sogni e di un mondo musicale in grado di traghettarlo verso la vita e verso l’amore.

Considerazioni
La passione per la musica, la gioia della prima amicizia, l’esaltazione e i crucci della gioventù: l’elenco degli argomenti trattati in Jammin’ Apollon non restituisce esattamente l’immagine di una serie da non perdere.
Fatto curioso, se si considera che la serie in nove volumi di Yūki Kodama è invece uno degli acquisti obbligati di questa annata fumettistica. Fatto frustrante, per chiunque si trovi nella condizione di volerne raccomandare la lettura. La verità è che il panorama manga pullula di serie più o meno incentrate sulle sette note: dalla classica al rock, dalle band ai solisti passando per le idol, non c’è quasi mangaka che si sia fatta scappare un’incursione nel sottogenere delle commedie musicali.
In questo mare di titoli si sono venuti a creare dei modelli di riferimento, nei confronti dei quali è difficile sfuggire: nel ristretto panorama dei josei transitati in Italia, questo metro di paragone è indubbiamente Nodame Cantabile, titolo amato da una buona fetta di lettori ma – non neghiamolo – da alcuni considerato avaro di sviluppi emozionali.
Per essere sicuri di aver recensito Jammin’ Apollon al meglio, è bene sgomberare anche questo campo: le analogie tra queste due serie si fermano al protagonista algido e (inizialmente) solitario e alla comparsa di un pianoforte. Se c’è invece una serie a cui l’opera di Yūki Kodama andrebbe associata concettualmente, questa è piuttosto Honey and Clover di Chika Umino: in Jammin’ Apollon la musica non è virtuosismo ma strumento di espressione e manifestazione di libertà.
La rigidità e le paure del protagonista si sciolgono come neve al sole grazie all’incontro con una sonorità e con delle persone piene di sincopi e di imprevisti; grazie all’accettazione del diverso e alla decisione di mettersi in gioco, Kaoru inizia finalmente a ‘lasciarsi vivere’ e si incammina nel tortuoso percorso verso la maturità, processo che questo slice of life ci descriverà alternando profondità e leggerezza.
Siamo nel 1966, fatto che l’autrice ci ricorda musicalmente ma anche graficamente, con un tratto ‘old fashioned’ che fonde essenzialità ed espressività senza orpelli modaioli. Ma potremmo essere nel 2050, se ci soffermiamo ad analizzare i temi universali affrontati dalla serie: Kaoru cerca la propria strada nella società e nel mondo delle relazioni, finisce per innamorarsi di Ritsuko che però ama da sempre Sentaro, che a sua volta vive un amore tormentato.
Di volta in volta l’autrice si sofferma sulla storia e sulla psicologia di personaggi ugualmente riusciti e convincenti, aprendo degli squarci luminosi sui loro mondi interiori che non rallentano né alterano il ritmo della narrazione. Quelli dell’assortito gruppo di amici sono dilemmi e gioie senza tempo, che trasmettono al lettore la propria forza senza opprimerlo e senza venir meno a una generale atmosfera positiva e distesa. Si sorride tanto, leggendo Jammin’ Apollon, e a malapena ci si rende conto di provare un pizzico di nostalgia per quella stagione della vita in cui tutto sembra spaventare, semplicemente perché tutto sembra possibile. Il riassunto della trama di questa storia non può restituire la sua bellezza, semplicemente perché il suo punto di forza sta nella grazia, nella veridicità e nel coinvolgente ritmo con cui l’autrice riesce a raccontarla.

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