Recensione Manga – Orange di Ichigo Takano

A cura di Emy

Titolo: Orange
Autrice: TAKANO Ichigo
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shueisha -> Futabasha
Numero di volumi: 5, completo + 2 volumi extra
Inizio pubblicazione: 2012
Rivista di serializzazione: Bessatsu Margaret -> Monthly Action

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Flashbook
Numero di volumi: 5, completo + 2 volumi extra
Pubblicato a partire da: Novembre 2014
Prezzo: 6.90 Euro
Nota: l’edizione Flashbook è quella di Futabasha (difatti “Bessatsu Margaret” copre i soli primi capitoli, raccolti nei tankobon 1 e 2), che ha proseguito il manga sulla rivista “Monthly Action”.

:: Movie e Anime ::
Proiettato nel Dicembre 2015 in Giappone, il film tratto dal manga Orange dura 139 minuti e vede nella parte dei protagonisti Tao Tsuchiya (Naho) e Kento Yamazaki (Kakeru). Nel 2016 sempre in Giappone è stato trasmesso un anime in 13 episodi, che ripropone fedelmente le vicende narrate nel manga.

Storia
Naho Takamiya è una liceale come tante, cui un giorno capita una vera stranezza: riceve una lettera dalla se stessa del futuro, una Naho ventisettenne!
Sembrerebbe uno scherzo, ma la ragazza si rende presto conto che le pagine tra le sue mani sono quelle del suo diario del futuro. Naho vive perciò tutti gli avvenimenti descritti nella lettera: quel giorno un nuovo alunno è introdotto nella sua classe, Kakeru Naruse, un tipo piuttosto misterioso e simpatico, che non fatica a inserirsi nel gruppo degli amici di lei e che presto, come profetizzato nella lettera, fa breccia nel suo cuore.
Kakeru è molto attento e sensibile nei confronti di Naho: è il solo ad accorgersi, per esempio, che ha delle difficoltà a muoversi durante l’ora di educazione fisica (come lei gli confiderà, è per via di scarpe troppo piccole, ordinate per errore). Quando Naho si rende conto di essersi innamorata di Kakeru, legge la parte della lettera che la esorta a valorizzare ogni istante, perché Kakeru, dieci anni dopo, non sarà più in questo mondo. La Naho ventisettenne chiede, attraverso la lettera, di cambiare il futuro e a tale scopo guida la sé stessa del passato nelle azioni da compiere per modificare i singoli eventi. La Naho liceale impara quindi a esprimersi in base ai suoi desideri, arrivando poco a poco ad aprirsi sempre di più al ragazzo che le piace.
Basterà questo a evitare l’incidente che è destinato a uccidere Kakeru? E nel caso che Naho riuscisse a cambiare il futuro, allora che ne sarebbe del fido Suwa, che nel futuro è suo marito, da cui ha avuto un figlio?

Considerazioni
Tra “Donnie Darko” e “Sliding doors”, tra il paradosso temporale e i mondi paralleli, si snodano le vicende di Orange di Ichigo Takano, che offrono una gradevole declinazione del tema “viaggio nel tempo”, ispirata dalle possibilità della fisica quantistica. Che cosa accadrebbe se avessimo l’opportunità di conoscere in anticipo gli avvenimenti futuri?
L’autrice, dopo un incipit fulminante, si dimostra capace di tenere desta l’attenzione del lettore per tutta l’opera, facendo ruotare gli eventi attorno a un unico interrogativo: cosa succederà a Kakeru? Questo personaggio, ferito da tragedie personali (il divorzio dei genitori, la depressione e il suicidio della madre), riuscirà a guadagnarsi la possibilità di vivere in un mondo alternativo a quello in cui è destinato a morire?
Sarà dunque possibile per i protagonisti tornare indietro? Cancellare i rimorsi, riparare i torti, correggere gli sbagli, far tornare in vita persone che non meritavano di interrompere il proprio percorso?
L’archetipo narrativo di Orange è quello più antico e attuale di sempre: il desiderio di vincere la morte. Quando una storia è stata scritta, una storia ingiusta e sbagliata, che ha causato una serie irreparabile di danni e ferite interiori, allora nasce un desiderio naturale di risanamento, rigenerazione e rinascita. Orange parla di questo desiderio, comune a tutti gli uomini, e ci dimostra come nell’universo della narrazione fantastica sia possibile convogliare la necessità del riscatto, della rivincita, del perdono e raggiungere così la catarsi della liberazione. A onor del vero, c’è da dire che non sempre nell’opera il meccanismo funziona: a volte scricchiola quando scatta la trappola della ripetizione degli eventi e la conseguente lentezza e immobilità della narrazione, o quando i personaggi sono vittima del loro stesso immobilismo.
Ciò non toglie che questa serie è una lettura più che consigliata, perché unisce il gusto della leggerezza alla sostanza della riflessione.

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