Recensione Manga – Fruits Basket di Natsuki Takaya

A cura di Tohru “Sarasa” Honda (storia, considerazioni), Martina (considerazioni) e Sayoko (grafica)

Titolo originale: Fruits Basket
Autrice: TAKAYA Natsuki
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::  
Casa editrice: Hakusensha
Numero di volumi: 23, concluso
Anni di pubblicazione: 1998 – 2006
Rivista di pubblicazione: Hana to yume

:: Il manga in Italia ::

:: Prima edizione ::
Casa editrice: Dynit
Numero di volumi: 23, concluso
Anni di pubblicazione: Agosto 2002 – Marzo 2008
Distribuzione: edicola e fumetteria, dal 19° volume solo fumetteria
Prezzo: 4,40€ fino al 18° volume, 5,40€ il 19° volume, 5,90€ dal 20°
Varianti: in seguito alla conclusione del manga, Dynit ha messo in commercio la raccolta in 5 BOX che contengono l’intera serie, al prezzo di 29 € ciascuno.

:: Seconda edizione ::
Casa editrice: Dynit
Distribuzione: fumetteria
Collana: Big Love Edition
Numero di volumi: 12, da circa 400 pagine cad., b/n
Prezzo: 6,90 € (€ 3,90 ultimo numero, 192 pagine)
Inizio pubblicazione: Giugno 2011
Periodicità: mensile

:: Terza edizione ::
Casa editrice: Panini Comics (Planet Manga)
Numero di volumi: 23
Distribuzione: edicola e fumetteria
Inizio pubblicazione: Ottobre 2017
Periodicità: mensile
Prezzo: 4,50 €.

06_new :: Award ::
Nel 2001 questo manga ha ricevuto il 25° Kodansha Manga Award, categoria shoujo manga.

:: L’anime ::
Prima trasmissione: 2001
Episodi: 26 (serie TV)
Rete: Tv Tokyo
Produzione: Studio Deen
Regia: Akitaro Daichi
Character design: Akemi Hayashi
Corrispondenza anime-manga: la storia si ferma al 6° volume della versione a fumetti
In Italia: è attualmente inedito.

:: Sequel ::
Nel 2015 in Giappone è iniziato il sequel intitolato “FRUITS BASKET another”, ambientato nella stessa scuola dei personaggi della serie principale, ma con una nuova protagonista di nome Sawa.

:: Curiosità ::
Il titolo di “Fruits Basket” deriva da un omonimo gioco popolare tra i bambini giapponesi. A ogni bambino viene assegnato il nome di un frutto, e deve rimanere seduto fino a quando il nome del suo frutto viene chiamato, dopodiché può partecipare al gioco. Alla protagonista del manga, da bambina, veniva sempre assegnato il nome di “onigiri”, una pallina di riso che può avere svariati ripieni. Perciò, non avendo il nome di un frutto, veniva sempre esclusa dal gioco. Questa situazione è una sorta di metafora della vita della protagonista, che si è sempre sentita esclusa dalla vita delle altre persone… fino a quando non incontra la famiglia Soma!
Il manga in Giappone ha venduto oltre 18 milioni di copie. Noto bestseller internazionale, “Fruits Basket” ha raggiunto lo status di shoujo manga più venduto in assoluto negli Stati Uniti. Nel 2010 è stata diramata una notizia secondo cui negli Stati Uniti era in programma la realizzazione di un film dal vivo ispirato a Fruits Basket, ma non ci sono state più notizie in merito.

:: Merchandising ::
Nel mercato giapponese sono usciti: un artbook, due fanbook, drama CD, card, pupazzi e altro merchandising legato alla serie.

Storia
CAPITOLO 1

La protagonista della storia è Toru Honda, una ragazza che ha da poco perso la madre in un incidente automobilistico. Proprio a causa di questa perdita, la giovane si ritrova a essere ospite nella casa del nonno paterno, unico parente disposto a prendersi cura di lei.

Purtroppo, per via di alcuni lavori di ristrutturazione di cui l’abitazione necessita, Toru è costretta a trovare un luogo dove vivere per qualche mese, prima di trasferirsi in pianta stabile dal nonno. Per cui, per evitare di creare disturbo alle sue due migliori amiche, compra una tenda ai grandi magazzini e, issatala nel bel mezzo di un boschetto, decide di stabilirsi lì, fino a che i lavori non saranno terminati.

Una mattina, mentre si sta recando a scuola, la ragazza si ferma davanti a una casa, alla cui presenza non aveva mai fatto caso in precedenza. Ciò che attira la sua attenzione sono delle statuine, esposte all’esterno dell’abitazione, che raffigurano i dodici animali dello zodiaco cinese.
Mentre Toru le osserva, dalla casa esce un giovane, che, sorpreso dalla presenza della ragazza, comincia a parlare con lei a proposito della leggenda sullo zodiaco.

Si racconta, infatti, che un giorno lontano lontano, Dio invitò tutti gli animali a una festa, raccomandando loro di non mancare per nessun motivo; sentito questo, il topo si avvicinò al gatto e, per dispetto, gli disse che il banchetto era stato rimandato di tre giorni. Così, il gatto fu l’unico animale a non partecipare alla festa… è questo il motivo per cui il gatto non fa parte dello zodiaco cinese.

Toru, che da piccola ascoltava spesso la propria madre raccontarle questa storia, era sempre stata, in un certo senso, dalla parte dello sfortunato micio, tanto da desiderare di cambiare il proprio segno – il cane – in quello del gatto.
È questo che dice al giovane appena incontrato, che si presenta come Shigure Soma, prima dell’inaspettato arrivo di Yuki, compagno di classe della ragazza nonché cugino di Shigure. Non un semplice compagno, bisogna dire: è infatti il ragazzo più popolare della scuola, tanto da godere di un proprio fun club e dell’appellativo di “principe”.

È per questo motivo che Toru, arrivando a scuola accompagnata da Yuki, si attira subito le lamentele delle compagne. Tuttavia, arrivano Uo e Hana, migliori amiche della nostra protagonista, a trarla d’impaccio… entrambe sono due tipi alquanto singolari.
Se Uo è una yankee (una sorta di teppista), dai capelli tinti e l’atteggiamento aggressivo, Hana ha un aspetto cupo, inquietante… non a caso, la ragazza è capace di utilizzare delle “onde spirituali” contro chiunque infastidisca lei e le sue due amiche. È proprio la minaccia di un simile attacco, a far dileguare immediatamente le studentesse che se l’erano presa con Toru.

Durante le lezioni, vediamo le tre amiche parlare della situazione familiare di Toru (che non ha messo al corrente nessuno riguardo la sua momentanea, bizzarra abitazione), e dello strano comportamento che Yuki Soma ha con gli altri. Proprio qualche giorno prima, infatti, sembrava che avesse spinto via una ragazza che, dichiarataglisi, aveva cercato di abbracciarlo.

Alla fine della giornata scolastica, Toru ha nuovamente modo di parlare con il ragazzo, con il quale percorre un tratto di strada del ritorno. Yuki, dopo aver illustrato alla compagna alcune curiosità sullo zodiaco cinese, afferma, piuttosto duramente, che i gatti sono stupidi e che gli sembrava giusto che non facessero parte dello zodiaco, lasciando Toru perplessa.

Dopo essere andata a lavoro (fa da donna delle pulizie in un locale), Toru si ritira, esausta, nella propria tenda. Tuttavia viene notata da Shigure e Yuki che rimangono perplessi per la sua “abitazione” e la conducono a casa propria per chiederle spiegazioni.
Mentre i tre discutono, però, si verifica un incidente; la tenda di Toru, situata sotto una collinetta, viene del tutto sotterrata, a causa di una frana improvvisa. La ragazza è disperata, sia per la perdita dell’unico luogo che, in quel momento, poteva chiamare “casa”, sia perché, fra la roba che era finita sotterrata, c’era anche una foto della propria madre. Perciò comincia freneticamente a scavare nel terriccio con le mani, finché Shigure non la ferma.

La scena si sposta nuovamente a casa dei due ragazzi, dove Toru, in preda alla febbre, comincia a parlare con Shigure, spiegando che quanto le è appena successo è niente in confronto al non aver potuto salutare la mamma, prima che questa morisse.
La mattina in cui la donna rimase vittima dell’incidente, infatti, Toru si era svegliata tardi, a causa della notte passata sui libri in vista di un test che avrebbe dovuto sostenere l’indomani. Perciò non aveva fatto in tempo ad augurare il buongiorno alla madre, come aveva sempre fatto.

Più tardi, stanca e spossata, la ragazza si addormenta, mentre Shigure e Yuki osservano come Toru sia una persona “straordinaria”, per la sua risoluzione di vivere da sola, anche in condizioni disagevoli, per non pesare sugli altri. Yuki, in particolare, pensa che, se avesse avuto quel coraggio, avrebbe dovuto prendere anche lui una tenda e sparire nel fitto di una foresta…

Il giorno dopo, al risveglio, la ragazza si ritrova a dover fare i conti con una sorprendente notizia: i due cugini le propongono di restare a vivere a casa loro, finché i lavori di ristrutturazione dell’abitazione del nonno di lei non si siano conclusi. In cambio, Toru si occuperà dei lavori di casa… per i quali, entrambi i maschietti sono decisamente negati.

La ragazza non ha neanche il tempo di razionalizzare quanto le sta accadendo che, all’improvviso, uno strano ragazzo dai capelli arancioni fa il suo ingresso in casa, dall’alto, rompendo il tetto.
Incurante del danno provocato, questi si mette ad attaccar briga con Yuki, che, rispondendo alle provocazioni con aria quasi annoiata, ribatte dicendo di essere troppo forte, perché lui lo possa battere.
Così, il nuovo venuto si fionda sul rivale, per colpirlo… ma, prima che possa farlo, Toru, nel tentativo di fermarlo, inciampa e gli finisce addosso.
Non appena si rialza, Toru si ritrova fra le braccia non il ragazzo, ma un grazioso micino dal pelo arancione!

CAPITOLO 2

Nel frattempo, anche Shigure, preoccupato per il frastuono, giunge nella stanza, e sia lui che Yuki vengono investiti da una vacillante Toru, che, è stata colpita da un pezzo di legno caduto dal tetto. Ed ecco che anche loro si trasformano, rispettivamente, in un cane e in un topo!

A questo punto, la ragazza è decisamente confusa. Shigure ritiene che sia il momento di darle delle spiegazioni: la famiglia Soma, ormai da centinaia di anni, è vittima di una maledizione, che fa sì che alcuni membri si trasformino negli animali dello zodiaco cinese ogni volta che entrano in contatto con una persona del sesso opposto.
Il ritorno alla forma umana, avviene nel giro di pochi minuti… infatti, proprio in quel momento, i tre riprendono le normali sembianze, naturalmente nudi.

Dopo che le acque si sono calmate, Shigure passa alle presentazioni; il ragazzo con i capelli arancioni è Kyo Soma, il gatto. Sebbene Toru sia molto felice di conoscere il “signor gatto”, che tanto amava da bambina, il micio si mostra infastidito e irritato dalla presenza della ragazza in quella casa.
Il suo atteggiamento causa un nuovo scoppio d’ira fra lui e Yuki… ed è in questo frangente, che Toru viene a sapere che il desiderio di Kyo è quello di battere il rivale in uno scontro.
Come si scoprirà in seguito, sembra che se il micio riuscirà a sconfiggere il topo, potrà “entrare a far parte dei 12 animali”; insomma, non dovrà più essere l’escluso, il diverso, ma sarà parte integrante della famiglia Soma.

Questo, a grandi linee, può essere considerato una sorta di prologo del manga vero e proprio; da questo momento in poi, assistiamo a un progressivo approfondimento delle personalità dei personaggi, alla formazione di una tela inestricabile di enigmi.
In questo primo numero, innanzitutto, vediamo come Toru riesce ad avvicinarsi con dolcezza sia a Yuki che a Kyo, facendo sì che i due le aprano il proprio cuore.

CAPITOLO 3

Kyo, dopo aver rivolto parole crudeli alla ragazza a scuola, si rifugia a casa di Shigure, pensando di non essere adatto a vivere insieme agli altri, perché riesce solo a ferirli.
Tuttavia, come gli dirà Shigure, lui non è una persona del genere. Semplicemente, gli manca l’esercizio, deve abituarsi a entrare in contatto con gli altri… in modo da poter ricambiare la persona che, un giorno, s’innamorerà di lui.

Nonostante il ragazzo si mostri scettico, le parole del cugino lo rianimano un po’, tanto da fargli decidere di andare incontro a Toru, di ritorno dal lavoro. Sarà in quest’occasione che, dopo un piccolo fraintendimento iniziale, i due cominceranno a legare, complice l’entusiasmo dimostrato dalla ragazza nei confronti dell’animale da cui Kyo è maledetto. Parole semplici, ma sincere, che faranno breccia anche nel carattere un po’ brusco e solitario del ragazzo. Un ragazzo che, come capisce Toru, è in realtà una persona molto sensibile e dolce.

CAPITOLO 4

Nel contempo, veniamo a conoscenza delle ombre presenti nel carattere di Yuki, apparentemente perfetto; egli stesso, infatti, confessa all’amica di essere solo una persona egoista, che si comporta bene con gli altri solo per far sì che questi lo amino, che si affezionino a lui.
Tuttavia, rimane sempre un muro che lo esclude, che gli impedisce di aprirsi davvero con il prossimo; è questo, il motivo per cui invidia Kyo. Quest’ultimo, anche se aggressivo e intrattabile, una volta che comincia a entrare in contatto con un determinato ambiente, riesce a legare con gli altri; eppure, nonostante questa sua dote, vuole escludersi di proposito, vuole entrare a far parte della famiglia Soma, come se questa fosse la risoluzione di tutti i problemi.
Yuki, invece, è convinto che sia preferibile uscire da quella “gabbia”, essere liberi, invece di scegliere volontariamente di entrarci. Ed è Toru, ancora una volta, a infondere coraggio al ragazzo, dimostrando di aver fiducia in lui, di voler diventare sua amica.

CAPITOLO 5

A casa Soma si presenta un altro membro di quella strana famiglia: una ragazza dolce e carina di nome Kagura.
Tuttavia, non appena vede Kyo, Kagura passa dalle lacrime alla furia, rimproverando il ragazzo di non essersi fatto sentire negli ultimi quattro mesi.
Shigure spiega a Toru che Kagura perde il controllo quando si emoziona troppo. Anche lei è uno dei dodici animali… il cinghiale!
Kagura è convinta che un giorno sposerà Kyo, e non c’è persona al mondo a cui voglia più bene… Peccato che Kyo si dimostri sempre scorbutico con lei.
Quando Shigure le fa sapere che Kyo piace anche a Toru, Kagura risponde che l’amore supererà ogni ostacolo, perché lei accetterebbe anche il vero aspetto di Kyo… ma in quel momento Kyo la interrompe coprendole la bocca con la mano. Ma di quale aspetto stava parlando?

CAPITOLO 6

Nonostante l’atmosfera a casa di Shigure sembri rasserenarsi, su di essa si abbatte un fulmine a ciel sereno; i lavori di ristrutturazione alla casa del nonno di Toru sono terminati, per cui lei deve tornare a vivere con lui e gli zii. La notizia non viene presa bene né da Yuki, Kyo e Shigure, né da Toru, che però si mostra allegra e tranquilla come al solito. Per cui, dopo aver salutato tutti, si reca alla sua nuova abitazione.
Lì non trova un ambiente favorevole; gli zii, infatti, non hanno buona considerazione di lei, in quanto temono che abbia seguito le orme della madre (che era una teppista) e non aiuta l’aver scoperto che, fino a quel momento, aveva vissuto in una casa dove abitavano tre maschi.
Tuttavia, proprio quando le accuse nei suoi confronti stanno diventando sempre più pesanti, in difesa della ragazza interviene il nonno. Questi, dopo aver biasimato il comportamento dei suoi familiari, dice alla ragazza che lei non era obbligata a sopportare certe critiche, ad abitare tra persone che le erano ostili. Se c’era un posto dove si trovava bene, era giusto che andasse lì.
Proprio in quel momento, mentre Toru riconosce di soffrire per l’essersi separata dai tre amici, fanno la loro comparsa Yuki e Kyo, che la rapiscono letteralmente, portandola via da quella casa, con sommo stupore degli zii infami.

Mentre Yuki è impegnato a trasportare i bagagli della ragazza, questa ha modo di parlare con Kyo, che le dice di aver girato mezza città, con Yuki, in cerca della casa dei suoi parenti, di cui lei aveva lasciato loro l’indirizzo. Aggiunge, inoltre, che lei avrebbe dovuto dire che voleva rimanere a casa di Shigure e che, a volte, può “essere egoista” ed esprimere le proprie lamentele.
Toru, colpita da queste parole, scoppia a piangere, ammettendo di voler tornare a vivere con loro.

Ed è così, con il ritorno della ragazza a casa Soma, che si conclude il primo volume di “Fruits Basket”.

Considerazioni

Le ragioni del NO 
Fruits Basket è una serie che suscita pareri profondamente contrastanti. Per milioni di lettrici di tutto il mondo è stato uno dei manga di riferimento della loro generazione, una sorta di Candy Candy per chi ha iniziato a leggere shoujo all’alba del nuovo millennio.

Per altri, come la sottoscritta, Fruits Basket rappresenta una lettura lenta, ripetitiva e improntata su un patetismo vacuo e francamente insopportabile. Nessuno dei tanti (troppi) personaggi suscita particolare simpatia: o sono blandi e passivi, oppure fastidiosi, o nel migliore dei casi circondati da un alone di mistero e pacata sofferenza. Per conoscere la natura dei loro drammi interiori è necessario sorbirsi una valanga di episodi sciapi e irrilevanti come nel più tipico shoujo scolastico, e la domanda sorge spontanea: ma chi ce lo fa fare?

I disegni sono inizialmente acerbi ma innegabilmente promettenti e originali, e nel corso dei volumi si fanno fluidi e gradevoli. Per gli amanti del kawaii i vari personaggi in versione animaletto rappresentano decisamente un plus, nonché uno dei fattori che ne ha determinato il successo travolgente negli Stati Uniti.

I critici più feroci tacciano l’autrice di furbizia e opportunismo per il suo soffermarsi con indulgenza sulle vicende tragiche dei suoi personaggi, ma forse è semplicemente una questione di sensibilità e cultura diversa. In una società come quella giapponese in cui la dimensione personale e soggettiva viene repressa quotidianamente, le storie che si lasciano andare al patetismo lacrimevole rappresentano per molti una valvola di sfogo necessaria.

Va detto inoltre che Natsuki Takaya ha fatto di meglio in un’opera meno famosa: il più coinciso ed equilibrato Hoshi wa utau – Il canto delle stelle, che ha commosso e coinvolto anche il cuore di pietra della sottoscritta. [by Martina]

***              ***            ***

Le ragioni del SI’

La cosa che più colpisce di Fruits Basket è la capacità dell’autrice di creare una storia coinvolgente e profonda, partendo da un plot semplice, quasi banale. È indubbio che, quando si sente dire che “il manga parla di alcuni ragazzi che, a contatto con una persona del sesso opposto, si trasformano in animali”, non si riceve proprio un’ottima impressione; tuttavia, basta leggere il primo volumetto, per ricredersi.

La storia, infatti, comincia a mostrare le proprie ottime potenzialità a partire dalla caratterizzazione dei personaggi; ci troviamo di fronte, infatti, non figure stilizzate e piatte, ma dei personaggi a tutto tondo, tridimensionali. Non c’è nulla, della loro personalità, che venga lasciata al caso; la Takaya utilizza massima cura nel descrivere i loro sentimenti, emozioni e pensieri. Non soltanto tramite i dialoghi, ma anche, e soprattutto, attraverso semplici gesti o sguardi… ed è proprio questo che colpisce il lettore: la straordinaria naturalezza con la quale questi sentimenti traspirano dalle pagine, investendo e coinvolgendo chi legge, per la loro incredibile intensità. E, per far questo, basta una semplice frase, un solo sguardo, un pensiero.

Tuttavia non sono solo i personaggi, il punto di forza del manga: esso, infatti, vanta una trama densa e particolareggiata, in cui si alternano, con abilità, periodi più “lenti” e tranquilli ad altri concitati e incalzanti, atmosfere allegre e rilassanti ad altre più cupe e drammatiche. Man mano che la storia va avanti, saranno proprio queste ultime a dominare. Infatti, inizialmente, Fruits Basket si presenta come un manga semplice, che racconta la vita di alcuni ragazzi alle prese con un po’ di magia, ma ben presto si scopre che questo è solo una maschera, un inganno.
Ciò che sembrava gioia era una copertura per non nascondere il proprio dolore, ciò che era forza era solo pianto… la favola era una maledizione; una maledizione che si esprime sotto forma di una “famiglia” che, in realtà, è una gabbia, un vincolo dal quale sembra impossibile liberarsi.
Ciò che dovrebbe essere bello, ovvero il legame con qualcuno, sia esso di sangue o meno, risulta essere soltanto un peso, una fonte di sofferenza; ed è questo a sconvolgere. Il modo in cui tutti i vincoli, anche i più naturali, vengono messi in discussione, calpestati, negati; il modo in cui i sentimenti più puri vengono sporcati, considerati sbagliati.

Tutti, in questa storia, si trovano alla ricerca di “qualcosa”: una casa, una famiglia che non sia costituita da legami imposti, ma che sia formata da quelle persone a cui si tiene davvero, che si amano e da cui si viene amati. E, nella ricerca, qualcuno si perde e soffre di più; altri, invece, acquistano la speranza di cambiare, di essere liberi.
Speranza che, in un certo senso, è rappresentata da Toru; una ragazza all’apparenza come tante, ma che possiede una forza incredibile, un amore sconfinato. Anche con la sua sola presenza, Toru non può fare a meno di riscaldare il cuore degli altri, feriti e maltrattati.
Perché, purtroppo, le ombre sono tante. Ed è qui che entra in gioco il lato oscuro di Fruits Basket, la sua crudeltà. Ogni personaggio, nel proprio passato, nasconde delle ferite profonde, difficilmente cancellabili, i cui effetti si riflettono anche nel presente, influenzando il carattere e il modo di rapportarsi all’esterno, della persona colpita; e ognuno, pian piano, cercherà di riscattarsi, di cambiare, di tornare a vivere, finalmente. Sarà un percorso pieno di ostacoli, di sofferenze, ma tutti decidono di percorrerlo, ognuno a modo proprio; se lo supereranno indenni, non si sa. Forse no, ma non è questo l’importante.
L’importante è, come Toru dirà a Kyo, “stare insieme”, vivere insieme.

Ed è questa la frase in cui si può riassumere questa splendida storia, appassionante e intrigante, piena di dolore e di speranza; un manga che unisce personaggi splendidamente caratterizzati con una trama ricca di colpi di scena, che si svela poco a poco, che cela segreti, tradimenti, bugie… ma, nello stesso tempo, amore e fiducia. [by Tohru “Sarasa” Honda]

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