Recensione Manga – Genius Family Company (Tensai Family Company) di Tomoko Ninomiya

A cura di Spaced Jazz (review) ed Emy (grafica)

Titolo originale: Tensai Family Company
Autrice: NINOMIYA Tomoko
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Sony
Numero di volumi: 11 -concluso
Anno di pubblicazione: 1995
Rivista di serializzazione: Gekkan Kimi to Boku
Seconda edizione: 2003, Gentosha, 6 volumi

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Genius Family Company
Casa editrice: Magic Press
Numero di volumi: 6 -concluso
Pubblicato a partire da: Marzo 2011
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: 7.90 Euro.

Storia
È un fumetto piuttosto corale, ma il protagonista assoluto è certamente Katsuyuki Natsuki, un genio diciassettenne, prodigio degli affari, che vive assieme alla giovane madre Yoshiko dopo la scomparsa prematura del padre in un incidente d’auto.
Yoshiko è dirigente in una ditta alimentare di dolciumi, la Morisaki; in realtà deve gran parte del suo successo e della sua posizione alle intuizioni di Katsuyuki, la vera “mente” della famiglia con le sue ricerche di mercato e i suoi progetti di nuovi prodotti.
Katsu è tanto in gamba che il liceo gli serve quasi da riposo, mentre medita di frequentare Harvard e di ottenere un master in economia. È scontroso, arrogante ed egocentrico (Shinichi Chiaki anyone?), anzi diciamo che il suo unico debole, neanche troppo evidente, è per la bella compagna di classe Kyoko Nagasawa.
Ma la madre Yoshiko, come dicevamo, è piacente e appena quarantenne: niente di sorprendente nel fatto che un giorno porti a casa un uomo per presentarlo a Katsu, in cerca di approvazione a ovvie finalità matrimoniali… peccato per il ragazzo che Sosuke Tanaka sia all’apparenza un sempliciotto bifolco e sempre allegro, per di più con un figlio adolescente della stessa risma (Haru), assieme al quale ha vagabondato per il mondo per lunghi anni.
Ecco dunque che la coabitazione dei quattro si preannuncia burrascosa e pirotecnica!
In seguito a un equivoco, sbarcano a casa Natsuki anche altri due amici di Sosuke e Haru, personaggi stravaganti quanto loro: la giovanissima Amy (americana che vende hot-dog a New York col padre. In apparenza.) e Lin, un cinese ottantenne dalla numerosa nipotaglia e dagli oscurissimi affari.
Questa è la prima e divertente parte di Tenfami, un po’ di capitoli quindi e il manga inizia a cambiare. Questo cambiamento viene inizialmente avvertito come un abbassamento del ritmo comico, con la sensazione di una brillantezza declinante; in realtà si stanno proprio iniziando a battere nuove strade tematiche. Il licenziamento di Yoshiko dalla sua ditta sconvolge tutte le certezze della strana famiglia, sia sul futuro che sugli affetti (la donna viene tradita alla Morisaki dai complotti di Yano-san, amico di vecchia data, l’uomo che ha insegnato l’economia a Katsuyuki). Il manga inizia anche a porre in risalto la sua collocazione storica: siamo a metà degli anni novanta, dopo lo scoppio della “bolla” dell’economia nipponica e in una fase di grande recessione; le imprese sono in crescente difficoltà, aumenta la disoccupazione, chi ha investito si trova sul lastrico.
Protagonisti assoluti di questa parte di fumetto diventano Katsuyuki e Kyoko Nagasawa, non solo perché si sviluppa – ovviamente – la parte sentimentale, ma in quanto entrano nella storia anche le vicende personali della ragazza, le sue aspirazioni artistiche di fronte al pragmatismo dei genitori, il padre che si avvia alla bancarotta con il suo palazzo nel centro di Tokyo da cui stanno fuggendo per la crisi tutte le imprese affittuarie, la galleria d’arte diretta dallo zio di Kyoko.
Ma non è tutto, perché non solo tutte queste persone e le loro vicende si intrecceranno in una storia coesa in cui la commedia coesisterà con momenti di maggiore serietà narrativa, ma entreranno in gioco anche nuovi e inaspettati eventi.
Dall’avvento commerciale di Internet con annessi pirati informatici (Yuika) a una spy-story che vede coinvolta la mafia cinese, vendette venute dal passato, riconciliazioni, bucolici soggiorni campestri, sparatorie in case in fiamme, passando per un manuale su “come-fondare-una-ditta-commerciale”.

Considerazioni
La fama e il successo, nel mondo dell’intrattenimento artistico (quindi mettiamoci pure i fumetti), si raggiungono spesso per spinte pubblicitarie che poco hanno a che fare con la qualità, o magari per semplici casualità; a volte è per meriti propri, come nel caso di Nodame Cantabile di Tomoko Ninomiya, manga partito in sordina ma dal sorprendente successo dopo il premio Kodansha. È indubbio però che il grande pubblico guardi più il prodotto-pompato in sé che l’autore, tanto è vero che alcuni lavori precedenti della stessa Ninomiya son misconosciuti se non snobbati.
Tensai Family Company (il titolo originale è abbreviato in Tenfami) è una di tali opere, scritta negli anni novanta in undici volumi e riedita nel 2003 dalla Gentosha in sei volumi bunko.
Se cercate informazioni su questo fumetto ne sentirete di diverse, non c’è neanche troppa chiarezza sul target: seinen come precisa l’editore francese, ma c’è chi lo dipinge come josei (nello SMO è riportato come josei sulla base della rivista d’origine ndEmy), in realtà perché la riedizione recente, essendo direttamente in volume monografico, annacqua gran parte di questi sofismi.
Di fatto Tenfami è un fumetto non solo ottimo nel suo genere -quello della commedia- ma dotato di un paio di frecce al suo arco che lo rendono piuttosto originale nell’inflazionato panorama manga fatto di cliché e stampini.
La prima è l’aderenza alla realtà sociale del periodo in cui è ambientato (come per Maison Ikkoku erano gli anni ottanta, per Tenfami sono i novanta); la seconda una trasversalità che lo rende adatto a un buon numero di lettori dai post-adolescenti in su, sia per gli accennati confini di target assai sfumati, sia per i contenuti poliedrici.
Eppure la fase iniziale è discretamente fuorviante, perché parte come commedia degli equivoci esilarante ma lineare, con diverse strutture poi riciclate anche in Nodame.
Tenfami si rivela un manga riuscito e con ottimi contenuti: sviluppa benissimo i protagonisti con le loro aspirazioni che si scontrano con la realtà, li caratterizza con un’ovvia crescita dovuta alle esperienze, e su tutto campeggia una storia costruita con logica e dalle numerose sfaccettature. E non è assolutamente un fumetto acerbo: non solo non mi pare poi inferiore, parlando in termini assoluti, a Nodame Cantabile, ma presenta anche una coppia di protagonisti che qui vanta cronologicamente una maggiore originalità, visto che Katsuyuki e Chiaki sono assai simili, Kyoko e Megumi in realtà non tantissimo salvo la rappresentazione grafica specie negli ultimi volumi.
Dal punto di vista dei disegni, chi ha già letto qualcosa della Ninomiya saprà già cosa aspettarsi. Lo stile è praticamente identico a quello iniziale di Nodame Cantabile: un tratto semplice e chiaro senza tanti fronzoli ma di ottima espressività. Il punto di forza della mangaka sono indubbiamente i personaggi, dai lineamenti fluidi ed eleganti (e i mitici ciuffi ribelli a punta?!), mentre i fondali sono accurati nella scelta delle ambientazioni ma resi con un minimalismo di tratto (fra l’altro col passare dei volumi abbiamo una Ninomiya che va via via sperimentando i fondali fotografici, del tutto assenti all’inizio). Altro elemento interessante dell’autrice è la regia, in realtà non ha molto di sorprendente nel taglio e nella costruzione delle vignette, ma di contro ha un buonissimo controllo della scansione temporale nelle situazioni illustrate, sa perfettamente quando indugiare o accelerare. Uno stile “trasversale”, dicevamo, visto che è esattamente a metà in un ipotetico bilanciamento… la pulizia e il minimalismo seinen unito a un certo gusto josei, nell’abbigliamento, per esempio, o riconoscibile dai pensieri fuori balloon.

Gallery

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