Recensione Manga – La principessa splendente (Kaguya Hime) di Reiko Shimizu

A cura di Emy (personaggi e considerazioni), Martina (info e storia) e Misato-san (immagini)

Titolo: Kaguya hime
Tradotto: La principessa splendente
Autrice: SHIMIZU Reiko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Hakusensha
Numero di volumetti: 27, concluso
Pubblicato a partire dal: 1994
Collana: Hana to yume Comics
Rivista di serializzazione: LaLa

: Il manga in Italia ::
Titolo: La principessa splendente
Casa editrice: Panini Comics
Numero di volumi: 28, completo*
Inizio pubblicazione: Aprile 2003, mensile
Prezzo: 4 euro; 5 euro dal n.13
*Numero di pagine per volume: due terzi dell’originale (140 pag. circa) ma dal n.13 le pagine aumentano a 200 circa.
Distribuzione: solo fumetterie, lettura all’orientale.

06_new :: Award :: 
Nel 2002 questo manga ha ricevuto il 47° Shougakukan Manga Award, categoria femminile, a pari merito con Yasha di Akimi Yoshida.

:: Curiosità ::
Nella realizzazione di Kaguya Hime Reiko Shimizu ha preso spunto dall’omonima leggenda giapponese del X secolo circa, che racconta di una piccola creatura di appena tre pollici trovata in un bambù da un vecchio taglialegna. L’anziano adotta la bimba e in poco tempo la vede trasformarsi in una splendida fanciulla: scoprirà che si tratta della principessa della luna, Kaguyahime. Potete leggere la storia in italiano, pubblicata da Marsilio con il titolo “Storia di un tagliabambù”. La medesima storia ha fornito l’ispirazione al regista Isao Takahata per il suo formidabile film d’animazione “La storia della principessa splendente”.
Shimizu sensei ha comunque modificato e arricchito la storia con particolari decisamente sinistri: “Ogni anno, durante una notte di luna piena, gli agnelli sacrificali della principessa Kaguya che hanno raggiunto l’età di 16 anni vengono decapitati in suo sacrificio.”

Personaggi

AKIRA OKADA
Ha 15 anni, è alta 1.68 cm e a causa del suo aspetto mascolino la scambiano spesso per un ragazzo. Ancora neonata fu raccolta dal signor Okada in un bosco di bambù, poi è allevata per qualche anno in un orfanotrofio sull’isola Kabuchijima. A cinque anni, ritrovata dalla signora Okada, prende a vivere con lei e la figlia di quest’ultima, Mayu. Aspira a essere forte e indipendente, ma le è difficile vincere l’insicurezza e la malinconia che le derivano dal suo incerto passato.

SHOKO OKADA
Separata dal marito, la signora Okada ha accolto in casa Akira quando la piccola aveva cinque anni. È ricca e sfaccendata e ama molto ritrarre Akira nei suoi quadri, venduti poi a prezzi altissimi ad amici e conoscenti.

MAYU OKADA
Figlia naturale di Shoko, cagionevole di salute, è strettamente dipendente da Akira, che è costretta a prendersi cura di lei fin da piccola. Egoista, possessiva e capricciosa, Mayu finisce con l’odiare la madre a causa delle morbose attenzioni di Shoko nei confronti di Akira.

YUI LINDROS
Ha 15 anni e a causa del suo aspetto lo scambiano usualmente per uno straniero. Anche lui, come Akira e Midori, ha vissuto fino a 5 anni nell’orfanotrofio di Kabuchijima. Ha superiori capacità atletiche e di concentrazione ma grosse difficoltà a relazionarsi col prossimo: è emotivamente dipendente da Midori, da cui non si separa mai.

MIDORI MATSUZAWA
È il migliore amico di Yui: i due, scappati insieme da Kabuchijima all’età di 5 anni, si ritrovano all’età di 10 e da allora non si separano più. Dolce e sensibile, ha un tumore maligno che -secondo i medici- non gli permetterà di vivere a lungo.

MAGGIE MAC GAVAN
L’età oscilla tra i 25 e i 30 anni, è istruttore dell’esercito statunitense e ha un carattere di ferro. Riporterà Akira, Midori e Yui a Kabuchijima, assieme a Satoshi, Nobuo, Bret Miller, Katsura, Kaede, Mamoru e Sutton: tutti costoro da bambini vennero allevati sull’isola come “vittime sacrificali”.

SATOSHI ODA
Ritorna su Kabuchijima assieme agli altri ragazzi che furono lì allevati in passato come vittime: il motivo è che ha gravemente ferito un amico.

NOBUO ARAKI
Malgrado il fisico massiccio e l’aspetto minaccioso, a conoscerlo meglio si dimostra gentile e sensibile. Eppure…

BRET MILLER
Nonostante sia un attore emergente molto famoso, da poco si è ritirato dalle scene. Ha una bellezza fuori dal comune e un fascino magnetico.

KATSURA E KAEDE
Due gemelli particolarmente intelligenti ma sfortunati: in seguito a un affare andato male, sono sommersi dai debiti.

MAMORU
Incriminato per frode e furto, ha un atteggiamento provocatorio e attaccabrighe.

SUTTON
Possente e sicuro di sé, è un ex-giocatore di basket la cui carriera è stata stroncata da un incidente.
KOUKOU
È un ragazzo molto misterioso: da piccolo anche lui è stato allevato su Kabuchijima, ma dice di discendere dalla Principessa Splendente. Collabora con l’esercito statunitense, che gli impone di tornare sull’isola per uccidere Akira e le altre “vittime sacrificali”. Come scorta, gli si affiancano CHRIS MAC MILLAN, celebre e talentuoso campione di caccia juniores, e l’efebico JULIAN REDOMON, sosia di Bret Miller.

GYOKUREI
Ha 19 anni ed è l’erede della potente famiglia cinese Lee. Il suo fisico debole non le consente di generare un erede per la famiglia (come se non bastasse il fatto che Gyokurei non nutre gran interesse per i ragazzi). Somiglia come una goccia d’acqua ad Akira, e la cosa non è casuale…

Storia – Warning! Possibili spoiler
La protagonista principale è la quindicenne Akira Okada. Matura e coraggiosa, è una ragazza dall’aspetto affascinante anche se poco femminile (tanto da meritarsi il premio di “Più bel ragazzo” su una rivista!).
Akira è un’orfana, abbandonata quando aveva poco più di un anno e ritrovata in un campo di bambù. È questo ciò che le è stato raccontato, ma lei non riesce a ricordare nulla dei suoi primi anni di vita.
È stata adottata da Shouko, una pittrice che l’ha cresciuta assieme alla propria figlia Mayu, una graziosa ragazza dai capelli lunghi con la quale Akira ha una complessa relazione di amore-odio.
Lo sguardo di Akira è sempre malinconico: la vita non è stata molto generosa con la ragazza. Deve sempre sottostare alle decisioni che le vengono imposte ed è costretta a essere l’amante della donna che dovrebbe invece farle da madre, oltre a posare nuda per i suoi quadri.
Akira vorrebbe diventare una persona indipendente e scoprire il passato che sembra aver rimosso dalla propria mente…

Una notte due giovani ragazzi si intrufolano in casa sua e la rapiscono, portandola via su di un elicottero. Dopo poche ore, Akira si sveglia in una stanza che non conosce. Su una parete, fra diverse fotografie di aerei, vede una foto che ritrae tre bambini piccoli: Yui e Midori (ovvero i due ragazzi che l’hanno portata via) e una bambina, lei stessa!
Quando cerca di liberarsi dalla manetta che la lega al letto viene fermata da una donna molto sexy e procace: si tratta di Maggie, un’istruttrice militare.
Akira ha infine la possibilità di restare sola con Yui e Midori che le parlano del passato, raccontandole di essere stati molto uniti quando vivevano assieme all’orfanotrofio. Ma l’orfanotrofio non era una struttura qualsiasi: era situato nella lontana isola Kabuchi, dominata dalla principessa Kaguya, dove i bambini venivano cresciuti per essere vittime sacrificali. Dopo aver scoperto quale sarebbe stato il loro destino, i bambini (tra cui anche Yui, Midori e Akira) erano riusciti a scappare e a vivere una normale esistenza. Ma molti di loro, al sedicesimo compleanno, sono inspiegabilmente morti.
Yui e Midori chiedono ad Akira di unirsi a loro per tornare sull’isola assieme agli altri ragazzi superstiti per evitare che la morte misteriosa colpisca anche loro, e la ragazza accetta.
Akira ha così la possibilità di conoscere meglio i due ragazzi: Yui oltre a essere bellissimo, è misterioso, abile e molto protettivo nei confronti del suo migliore amico, Midori. Quest’ultimo ricambia l’affetto di Yui ma a volte si sente debole e inutile a causa della sua salute cagionevole. Midori è dolce e sincero e, nonostante l’apparenza, ha molto in comune con Yui.

I 10 ragazzi tornano sull’isola Kabuchi partecipando a una spedizione organizzata da una base militare americana. Ma dopo poco accade un grave incidente che lascia solo 12 sopravvissuti in tutta l’isola: i 10 ragazzi, l’istruttrice militare Maggie e Mayu, la sorella adottiva di Akira.
Mentre aspettano di essere salvati, vengono coinvolti in una serie di bizzarri eventi fino a quando l’esercito militare USA istituisce una speciale unità e la invia sull’isola per uccidere tutti i sopravvissuti. Durante l’attacco, Yui e Akira catturano due dei soldati e la verità che riescono a scoprire è agghiacciante: i dieci ragazzi sono i cloni di alcune delle personalità più importanti del pianeta. Akira, per esempio, è il clone di una principessa cinese discendente da una antica e potente famiglia. Essere gli agnelli sacrificali di Kaguya Hime significa essere involontari sostituti o donatori di organi per i ‘corpi originali’.
Tale rivelazione rappresenta soltanto l’inizio di questo shoujo di successo: i protagonisti, coinvolti in cospirazioni, ingegneria genetica e tradimenti, sono al centro di una storia intrigante che coniuga sapientemente azione, questioni morali e sentimenti.

Considerazioni
Nel 1976 usciva in Giappone Juuichinin Iru! (Siamo in undici!) un volume della celebre Moto Hagio da cui nel 1986 fu tratto anche un video animato. La trama: in un universo pacificato da un patto d’alleanza interstellare, la “Cosmo Academy” si pone come scopo l’istruzione e la formazione dei leader del futuro. Gli aspiranti allievi devono sottoporsi però a una difficilissima prova: in gruppi di dieci devono sopravvivere per un periodo di tempo prestabilito in una vecchia nave spaziale, perennemente in orbita attorno a un pianeta. Tra gli aspiranti dieci c’è il giovane telepate Tada e l’androgino Frol (quest’ultimo spicca tra gli altri per la sua bellezza). Ma il gruppo viene colto dal panico quando si trova di fronte a un evento inaspettato… arrivati a bordo, si accorgono che sono in undici: chi, fra loro, non dovrebbe essere lì?
Questo shoujo manga aveva tratto a sua volta ispirazione da una storia di fantasmi del famoso Kenji Miyazawa (1896-1933, scrittore, alcune sue opere sono state trasposte anche in animazione -ndr): in questa storia undici bambini scoprivano che c’era un mostro tra loro.
Reiko Shimizu, fan della Hagio, omaggia così insieme Miyazawa e la sua autrice-modello con Kaguya Hime: undici i personaggi iniziali di questa storia. Tra di loro c’è qualcuno di troppo, tra di loro c’è qualcuno che tradisce, che non dovrebbe essere lì e che prima o poi compirà un passo falso, ma intanto semina confusione, scompiglio e sospetto… e se undici personaggi possono risultare difficili da gestire, Reiko Shimizu alza la posta e intreccia la linea narrativa principale (quella, appunto degli undici bambini allevati come vittime sacrificali a Kabuchijima) con altri segmenti narrativi: la cospirazione dell’esercito statunitense (Kou, Chris e Julian) e le mire della famiglia imperiale cinese, i Lee (Gyokurei). All’intreccio complesso si aggiunge la complessità del background: talvolta squarci dal passato, recente e remoto, ritornano trasfigurati dal mito, rivestiti di antichi simboli e nuovi significati. E complessi sono anche i personaggi, complesse le loro psicologie, le loro storie, i rapporti che instaurano tra di loro (Mayu e Akira, Akira e Yui, Yui e Midori).
Tutto questo genera un racconto affascinante e misterioso, ma che gratificherà meglio il lettore paziente e non superficiale, pronto a non demordere pur di poter godere di una delle migliori serie che i manga ci abbiano regalato negli ultimi anni, non solo in campo shoujo. L’intricata narrazione si protrae fino al decimo volume originale, quando alcuni nodi verranno sciolti e finalmente il chiarore illuminerà la strada. Lo stile grafico, in un insieme di semplicità apparente e complessa essenzialità, risulta perfetto per raccontare una storia che si nutre in gran parte di suspence e mistero. Se siete in cerca di una lettura svagata e non impegnativa, con ogni probabilità questo titolo vi deluderà. Se vi arresterete alla superficie, persino la grafica vi sembrerà poca cosa. In tal caso l’acquisto di La Principessa Splendente è per voi sconsigliato. Ma è bene aggiungere che vi perderete un’opera che cerca di indagare nel profondo, lambendo trama, personaggi e psicologia con classe e grazia non comuni.
Un’ultima doverosa precisazione: qualora la lettura della trama vi abbia riportato alla mente un film del 2005, “The Island” di Michael Bay, ricordate che Kaguya Hime lo precede di dieci anni, quindi non può avere alcun rapporto con la pellicola statunitense.

Gallery

Primo volume, scansioni di Martina

Magazine “Lala”, scansioni di Misato-san

Illustrazioni offerte dal sito Reiko Shimizu Art Collection

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