Recensione Manga – Full House di Won Soo Yeon

A cura di Emy

Titolo: Full House
Autrice: Won Soo Yeon
Categoria: Sunjeong Manhwa

:: Il manga in Corea :: 
Casa editrice: Seoul Munhwasa
Numero di volumi: 16 -concluso
Anno di pubblicazione: 1998

:: Curiosità ::
Nel 2005 l’autrice ha dato alle stampe un sequel dal titolo Full House 2, in cinque volumi. Da Full House è stato tratto anche un drama coreano nel 2004, in sedici episodi, un drama tailandese in 20 episodi nel 2014, infine un drama cinese nel 2018.

Storia 
Inghilterra, oggi.
Un nuovo scandalo impegna la cronaca mondana: il famoso attore Ryderbay (detto Ryder) è stato sorpreso in atteggiamenti intimi con un uomo! E mentre c’è già chi teme, al diffondere della notizia, tentativi di suicidio tra le fan scatenate dell’attore, Alley Jee, una ventiduenne coreana cresciuta in Inghilterra, sta avendo un incubo: la ragazza rivive il momento in cui il suo fidanzato, Philip, cui era legata da dodici anni, l’ha lasciata perché lei fuggiva dal suo contatto fisico.
Alley ha perso entrambi i genitori e in particolare la scomparsa del padre, avvenuta qualche mese prima, ancora la fa soffrire. La ragazza sarebbe potuta tornare in Corea all’indomani della morte del genitore, ma non ha voluto lasciare la sua migliore amica Christine né soprattutto Full House, la casa in cui vive, la casa che suo padre -un architetto- aveva progettato e costruito.
Ed ecco che all’improvviso degli uomini irrompono nella sua camera e le ordinano di lasciare Full House! Lei -ovviamente- si indigna, ma le viene rinfacciato che la casa è stata venduta a Ryderbay, il quale pertanto ne è il legittimo proprietario.
Le proteste di Alley sono del tutto vane: in men che non si dica, viene sbattuta fuori dalla sua stessa casa. Anche al catasto le confermano che il proprietario è Ryder, cosa che la manda su tutte le furie: una star che non ha certo bisogno di una casa le ha rubato il suo ricordo più caro! Alley decide di lavorare sodo (è un’aspirante sceneggiatrice) per poter citare in giudizio l’attore.
Caso vuole che, mentre è per strada, si imbatta proprio nella star al volante: l’incontro le frutta un’ingessatura, dal momento che il ragazzo senza volere la urta con la macchina. Alley è ricoverata in ospedale: Ryder si offre di pagarle le spese del ricovero, ma lei rifiuta e lo attacca perché a causa dello scontro ha perso dieci pagine di una sceneggiatura che aveva in mano al momento dell’incidente. Poiché Ryder non può ripagarla del danno subito, allora dovrà cederle Full House, se non vuole che lei amplifichi l’incidente con la stampa.
Ryder si infuria, crede che Alley sia una sua fan psicopatica, che abbia architettato tutto per un suo tornaconto! Alley dice che non sarebbe sua fan neanche se le baciasse ogni capello che ha sulla testa… e poi, lui non è neanche sexy! Ferito nel suo orgoglio di star, Ryder le strappa un bacio, respinto subito da un urlo di lei.
Più tardi, la bella manager Miranda -con la quale tra l’altro l’attore sembra avere una relazione- lo rassicura: sistemerà lei le cose. Però Ryder la precede, avanzando ad Alley delle offerte: potrebbe comprarle una casa più bella di Full House (giacché anche lui è innamorato di quell’abitazione e non vuole separarsene), oppure presentarle dei produttori per le sue sceneggiature. Alley obietta: piuttosto che accettare quelle offerte, sarebbe disposta anche a sposarlo per appropriarsi di Full House!
Caso vuole che tale proposta non dispiaccia a Miranda, che vede nel fidanzamento di Ryder un modo per mitigare lo scandalo sull’omosessualità intorno al quale si fanno ancora troppe chiacchiere. Perciò viene proposto ad Alley di inscenare un fidanzamento fasullo: in questo modo, potrà riavere Full House (ma solo il secondo piano, il primo rimarrà a Ryder).
La stampa viene avvisata: il fidanzamento avviene dopo che Alley è stata dimessa dall’ospedale. Per l’occasione la ragazza viene truccata e tirata a lucido dal famoso Osrick Borte: in conferenza stampa Alley fa la sua figura, tanto che Miranda e chi è a conoscenza dell’inganno la reputano un’attrice abile quanto Ryder! Tra i due pseudo-fidanzati si instaura anche uno strano feeling e Ryder riesce a baciare la sua “promessa” davanti ai fotografi! I due sembrano i classici innamorati perfetti e riescono a ingannare i più… ma, appena rimasti soli, confermano i loro propositi: non ci sarà mai niente fra di loro!
Alley spera che la farsa duri il meno possibile, non vede l’ora di rompere il fidanzamento… però, a dispetto di quel che le detta la ragione, forse sta già provando qualcosa per Ryder… così termina il primo volume.
In seguito la trama si complica con l’introduzione dei consueti “rivali” in amore (la manager Miranda e il ricco Damon) che cercheranno di ostacolare i due fidanzati (poi sposi), ma senza privare la serie dell’immancabile lieto fine.

Considerazioni
Full House è tra i più famosi manwha (= l’equivalente coreano di manga) per ragazze, in Corea. In effetti i pregi dell’opera hanno un certo peso: la grafica interna del volume è piacevole (anche se qualitativamente lontana dalle belle illustrazioni che decorano questa pagina) e le gag tra i protagonisti riescono esilaranti, specie quando si esprimono con deformed di matrice nipponica.  Particolarmente azzeccati sono i personaggi, che superano il rischio dello stereotipo grazie alla loro semplice autenticità.
D’altro canto, gli aspetti positivi risultano controbilanciati da quelli negativi, tra cui la trama, che infarcisce la commedia di coincidenze più assurde che inspiegabili e soffre di ingenuità e forzature non indifferenti, così come soffre, per eccessiva ariosità, l’impostazione grafica della tavola. Più di tutto, però, a inficiare Full House è la ferrea logica romance applicata in modo alquanto rigido, fattore che non fa desiderare di vederne, un giorno, l’edizione italiana (data anche la lunghezza: 16 i volumi della serie). È anche bene ricordare, però, che Full House è riuscito nel complesso, relativamente alla sua epoca di pubblicazione, al di sopra della media dei manwha per ragazze, i quali, sviluppatisi negli ultimi decenni e sulla falsariga degli shoujo manga giapponesi, si rivestono di grafiche sontuose ma non sempre risultano altrettanto efficaci nella narrazione: i primi titoli della categoria riuscivano poco leggibili ma altri come Full House, seppure con tutto il loro carico di ingenuità, promettevano già una migliore, futura produzione. 

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