Recensione Manga – Il giocattolo dei bambini (Kodomo no omocha) aka Rossana di Miho Obana

A cura di Emy

Titolo: Kodomo no Omocha aka Kodocha
Traduz.: Il giocattolo dei bambini
Autrice: OBANA Miho
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shueisha
Numero di volumi: 10, completo
Prima pubblicazione: 1995-9
Collana: Ribon Mascot Comics

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Il giocattolo dei bambini

:: Prima edizione ::
Casa editrice: Dynamic Italia, bimestrale -HQE
Numero di volumi: 10, completo
Pubblicato in Italia a partire da: Gennaio 2002
Prezzo: E 4.08 (dal numero 3, E 4.40)

:: Seconda edizione ::
Titolo: Il giocattolo dei bambini (Big edition)
Pubblicato in Italia a partire da: Novembre 2018
Numero di volumi: 7, completo + 1 volume “La villa dell’acqua”
Casa editrice: Dynit, E 12.90
L’edizione contiene pagine a colori, tra fumetto e illustrazioni.

06_new :: Award ::
Nel 1998 questo manga ha ricevuto il 22° Kodansha Manga Award, categoria shoujo manga.

:: LA VILLA DELL’ACQUA ::
Titolo originale: Mizu no yakata, 1 volume
Pubblicato in Italia nel: Giugno 2003, E 4.40
Seconda Edizione: Aprile 2020, Dynit, E 12.90
Casa editrice: Dynamic Italia (collana Love & Pop)
Contiene le due opere brevi “La villa dell’acqua” e “Pochi”. La prima è la storia narrata nel film interpretato da Sana e Naozumi in Kodocha/Il giocattolo dei bambini: tratta di un ragazzo, Hiroto (in Kodocha interpretato da Naozumi) che è alla ricerca di suo fratello, scomparso in passato. Arriva alla “dimora dell’acqua” grazie alle indicazioni di un fantasma (in Kodocha interpretato da Sana) che si scopre poi essere lo spirito della ragazza del fratello di Hiroto, uccisa dallo stesso Hiroto in preda di uno stato di ebbrezza dovuto all’assunzione involontaria di forti droghe. Nonostante la relazione con Kodocha, “Mizu no Yakata” è perfettamente fruibile come opera autonoma, esattamente come il successivo “Pochi”, incentrato su un ragazzino trattato in modo anomalo dalla madre che ha perduto il senno a causa di tragedie familiari, e viene perciò da lei considerato e chiamato come un cagnolino: “Pochi”. Miho Obana dimostra di essere abile nella raffigurazione di scene tese a trasmettere tensione, ansia, inquietudine.

:: Anime ::
Da questo manga è stata tratta una serie animata trasmessa in Tv anche in Italia col titolo “Rossana”. La seguente sinossi racconta ciò che accade nel manga originale, ma tra parentesi trovate i rispettivi nomi dei personaggi della serie televisiva nell’edizione italiana. L’anime, prodotto nel 1996-98, conta 102 episodi per la regia di Heitaro Daichi e il character design di Hajime Watanabe. Prodotto da TV Tokyo/NAS Sony.

Storia – WARNING! SPOILER!
Quella che segue è una sinossi *non* approfondita di questo famosissimo shoujo manga, pubblicato in Italia dalla casa editrice Dynamic col titolo “Il giocattolo dei bambini” a partire da Gennaio 2002. Anche se la sinossi NON racconta il finale della storia, poiché si ferma al penultimo volume, contiene comunque numerose anticipazioni, ragion per cui, se non amate gli spoiler, SIETE AVVISATI! Tra parentesi, i nomi dei personaggi nella versione animata.

Volumi 1-2 seconda edizione Dynit
Sana Kurata (Rossana) è un’iperattiva ragazzina giapponese di 11 anni che frequenta l’ultimo anno delle scuole elementari (in Giappone le elementari durano sei anni -ndr); ella con grande energia alterna la sua vita di studentessa al lavoro: Sana, infatti, pur così giovane, è la nota attrice televisiva di uno show dal titolo “Kodomo no Omocha”. Vive con la madre, Misako, una famosa ed eccentrica scrittrice di romanzi, e con Rei Sagami (Robby), manager che lei considera suo fidanzato. L’azione comincia a scuola, dove sono all’ordine del giorno i disordini causati dai teppistelli della classe, capeggiati dal silenzioso e temibile Akito Hayama (Heric), coetaneo di Sana: i ragazzi sotto la sua guida spadroneggiano e prevaricano l’autorità degli stessi professori. Sana decide di porre fine allo scompiglio che rende impossibile seguire le lezioni normalmente e dichiara “guerra” ad Akito: lo scontro tra i due ragazzi si nutre di alterne vicende, la lotta è durissima, non lesina colpi bassi, ma alla fine è la piccola Sana a spuntarla. Nel frattempo però ha avuto modo di venire a conoscenza dei motivi che spingono Akito alla violenza: sua sorella maggiore lo tratta malissimo in quanto lo ritiene responsabile della morte della madre (deceduta nel darlo alla luce), mentre il padre è eternamente assente, o comunque indifferente. Sana prende a cuore la sorte di Akito e decide che rivoluzionerà la sua esistenza, risolvendogli tutti i problemi famigliari. Manco a dirlo, riesce a raggiungere lo scopo prefissato: è *davvero* inevitabile perciò che Akito si innamori della sua “fatina buona”.

Akito in occasione di una gita scolastica riesce persino a strappare un bacio a Sana, che però non ricambia in quanto lei è totalmente infatuata di Rei, il suo manager. È l’intervento di Akito che le fa aprire gli occhi: Rei è più grande di lei di 10 anni e come se non bastasse è ancora innamorato della sua ex, l’attrice Asako Kurumi (Alicya). Sana perciò lascia libero Rei di riunirsi ad Asako. L’amicizia tra lei e Akito si approfondisce (l’iniziale cotta di un loro compagno di scuola, Tsuyoshi/Terence, per Sana, svanisce quando questi prende a far coppia con l’amica Aya/Alissa), ma all’improvviso compare un rivale per Akito: Naozumi Kamura (Charles), coetaneo di Sana, nonché suo “collega” di lavoro (nonostante la giovane età, Naozumi è un famoso attore). Questi si fa avanti con Sana dicendole di conoscere il suo “segreto”. A che cosa allude? In effetti Sana è in realtà una trovatella, che è stata adottata da Misako, cioè quella che la ragazzina considera sua madre per ragioni più importanti dei legami di sangue. La faccenda è resa pubblica dalla diffusione di un romanzo della stessa Misako, romanzo che racconta del passato di Sana: i giornalisti assediano la casa della piccola star, ed è Akito che la protegge e la conforta in quest’occasione… fin qui i primi due volumi della seconda edizione.

Volume 3-6 seconda edizione Dynit

Inoltre Akito, in contrasto con Naozumi, decide di prendere lezioni di karate. Nel frattempo Sana conosce la madre naturale, che si fa avanti dopo la pubblicazione del libro (la madre era stata costretta ad abbandonare Sana alla sua nascita, in quanto aveva partorito in seguito a una relazione con il proprio zio, all’età di quattordici anni!): le due si riconciliano, ma la ragazzina rimarrà ugualmente con la sua mamma adottiva. Akito ha preso coscienza da tempo dei suoi sentimenti per Sana ma, per quanti sforzi faccia, proprio non riesce a dichiararsi, così la vigilia di Natale le dà un bacio senza dare ulteriori spiegazioni…
Sana oramai è una studentessa delle scuole medie inferiori; all’inizio dell’anno scolastico conosce una nuova compagna di classe: Fuuka Matsui (Fanny), una ragazza allegra e carina che però si scopre essere una vecchia conoscenza di Akito (questi quand’era all’asilo la baciò per una scommessa!). Nonostante Fuuka conservi del rancore verso Akito a causa di quell’episodio, conoscendolo meglio cambia atteggiamento e comincia ad apprezzarlo. Sana a causa di impegni di lavoro (è stata scelta come protagonista in un film assieme a Naozumi) dovrà assentarsi a scuola per molto tempo: Akito cerca di dichiararsi a lei prima della sua partenza, ma non ci riesce. I due perciò si separano. Akito si trova ora di fronte alle insistenze di Fuuka, cui ha preso a piacere sul serio; Sana, invece, durante la lavorazione del film, deve fare i conti con alcune fan di Naozumi, le quali, gelose del suo rapporto con il loro “idolo” (la stampa “rosa” diffonde infatti la notizia -inventata- che i due giovani attori facciano coppia fissa anche nella vita), l’assalgono ferendola seriamente alle gambe: Sana reagisce col consueto ottimismo e prosegue nel lavoro. Prima che il film finisca, la ragazza telefona ad Akito e viene a sapere da lui che ormai questi esce insieme a Fuuka: rimane profondamente scossa dalla notizia, capisce troppo tardi di essere innamorata di lui, oltre a ciò si aggiunge il fatto che lo stesso Naozumi le dichiara il suo amore.

Nonostante tutto Sana riesce a terminare le riprese: tornata a casa, deve sopportare il fatto che Akito e Fuuka stiano insieme, nonché che i suoi amici la credano fidanzata con Naozumi. È inaspettatamente proprio quest’ultimo a sbloccare la situazione: dichiarando in un’intervista che Sana è innamorata di qualcun altro, fa in modo che Sana e Akito si chiariscano. I due ammettono di volersi bene, ma per rispetto verso Fuuka decidono di lasciare le cose come stanno. Però gli avvenimenti non procedono per il meglio: l’antipatia verso Akito da parte di un insegnante a scuola stuzzica l’indole ribelle del ragazzo, che mette in pericolo la sua carriera scolastica e il suo futuro. Viene inoltre implicato in un suicidio annunciato (ma non portato a termine) da un compagno di scuola. Akito riesce a recuperare il ragazzo (nel fare ciò rimane ferito molto gravemente a un braccio) e a restituirlo alla sua famiglia: in quest’occasione però confida a Fuuka che la ragazza che vuole al proprio fianco è soltanto Sana. Fuuka comprende e si fa da parte: Sana e Akito possono finalmente stare insieme! Ma per poco: il padre di Akito deve trasferirsi con la famiglia negli USA per un paio d’anni… e alla notizia Sana comincia ad accusare i sintomi di una strana malattia… fin qui, più o meno, il penultimo volume. 

Differenze manga-anime 
Sono parecchie le differenze tra manga e anime: gli episodi più deboli della serie tv, quali le avventure di Sana e Naozumi a N.Y., la scoperta del padre naturale di Sana e numerosi episodi di “riempimento” non esistono nel rispettivo manga. Anche il finale varia sensibilmente rispetto alla versione cartacea. Ma non è questa la differenza più grande: il manga di Kodocha vive di un atipico mix di toni narrativi eterogenei, quali comico e drammatico. L’allegria e la dolcezza dei piccoli protagonisti convive con la loro seriosità e la loro tristezza, quasi una pensosità che travalica la loro età, giovanissima. La serie televisiva, anche se non tradisce del tutto lo spirito originario, è caratterizzata da una marcata preponderanza di elementi comici: si sprecano le gag demenziali cui i personaggi danno vita, gag che si susseguono talvolta con un ritmo talmente veloce da lasciare senza fiato. Frequenti allusioni alla meta-narrazione (vedi il ruolo del Babbit) la impreziosiscono poi ulteriormente. Chi ha operato questa scelta nell’anime l’ha fatta a ragion veduta: sarebbe risultato impopolare trasportare la complicata impalcatura tonale del manga nella serie animata, serie animata che resta perciò godibile ed estremamente divertente, almeno nella prima parte. La seconda parte soffre di una certa incoerenza (il tono narrativo si fa d’un tratto più serio e drammatico) e purtroppo spiana la via ai detrattori, lasciando spazio a trovate tanto melodrammatiche quanto inutili e inefficaci. Stessa impressione di debolezza la dà l’atteso ma non catartico lieto fine. Nel complesso: una serie divertente, moderna, che offre più di uno spunto di riflessione e di cui consiglierei in particolare la visione dei primi venti episodi.

Considerazioni
Così l’autrice Miho Obana scrive sulla seconda di copertina del “Giocattolo dei bambini”: “Più che concentrarmi sulla trama portante di una storia, in verità io mi adopero molto nelle gag narrativamente poco rilevanti”. Affermazione problematica. Perché se è indiscutibile la pregnanza delle gag, d’altro canto svolgimento e sviluppo della trama del “giocattolo” esistono e sono precisamente individuabili, anche se manca un perfetto controllo nella gestione dei climax narrativi e soprattutto nella gestione dell’informazione (che in certi casi, affidata alla didascalia, è davvero pessima). Ma il “punto di forza” del “giocattolo” è senz’altro costituito dai personaggi, tutti fortemente caratterizzati e adeguatamente approfonditi, e non intendo solo i due protagonisti -Sana e Akito- ma anche i secondari, pur essendo per ovvie ragioni meno definiti dei protagonisti. Sono i personaggi che si impongono sulla trama, quasi fosse questa il vero “giocattolo” nelle loro mani, pronta ad assumere pieghe comiche o drammatiche a seconda dei loro mutevoli umori. I riferimenti alla cultura giapponese e al sistema scolastico giapponese inducono a più di una riflessione (in particolare sarebbe interessante confrontare l’immagine della scuola rappresentata in quest’opera con quella ben diversa emergente negli ultimi numeri di “Temi d’amore”/”Mizuiro Jidai”). Nel complesso: un’opera che si distingue tra tante altre sia per lo sviluppo narrativo originale -basato in gran parte sulle gag, ma anche su un mix narrativo di comico e drammatico- sia per la grande forza che anima e si trasmette dai personaggi, anch’essi atipici.
Prima edizione Dynamic. Splendida la copertina in pentacromia; eccellente la scelta di proporre questo titolo con “Il giocattolo dei bambini” anziché il banale “Rossana” (comunque recuperato in copertina per quanti non bazzicano tra manga e dintorni); esaurienti (anche troppo!) le note al testo; ottima stampa e buona rilegatura. Unico neo di un’edizione altrimenti impeccabile: la carta troppo trasparente. Un plauso alla Dynamic per la cura mostrata nell’edizione.
Seconda edizione Dynit. Anche la seconda edizione è superba: il formato più grande rispetto alla precedente valorizza la ricchezza delle tavole, facendone meglio apprezzare i dettagli. Rispetto alla prima edizione, comunque, ciò che la rende superiore è la presenza delle prime pagine a colori del fumetto e delle illustrazioni sempre a colori, a corredo dei volumi.
In breve: consigliato l’acquisto? Direi proprio di sì. A meno che non si sia fortemente ODIATO l’anime (ma anche in questo caso consiglierei la lettura della controparte cartacea… Potreste avere delle sorprese in merito!).

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